1 Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate; l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, ecco viene, dice il Signore degli eserciti. 2 Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. 3 Siederà per fondere e purificare; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’oblazione secondo giustizia. 4 Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.
23 Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, 24 perché converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri; così che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio.
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Israele si prepara a ricevere il Messia del Signore convertendosi ancora una volta alla Parola che Dio gli ha donato. Il ver.22 che non è presente nel nostro testo cita Mosè, per dire che tutta la profezia, appunto da Mosè fino a Malachia, che è l’ultimo testo profetico nella Bibbia ebraica ed è l’ultimo Libro nella Bibbia cristiana, conduce fino all’evento del Messia, del “Cristo” del Signore.
Ed è appunto Malachia che oggi ci parla di questo “messaggero” (ver.1) che precede immediatamente il Signore! Viene chiamato “Angelo dell’Alleanza”. Nella fede e nella devozione ebraica è il profeta Elia che ritorna alla fine dei tempi della preparazione e dell’attesa. La sua comunione con il Messia è talmente forte e profonda che egli è contemporaneamente l’ultimo dei figli della profezia, ed è insieme il primo del compimento di tutta la profezia nella Persona del Messia.
E l’evento è di tale assoluto rilievo da esigere la radicale “purificazione” dei figli di Levi. Tale purificazione consentirà loro di offrire al Signore “un’oblazione secondo giustizia” (ver.3): “Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani” (ver.22).
L’ultimo versetto delle Scritture della Prima Alleanza annuncia come evento supremo di preparazione e di accoglienza la conversione tra padri e figli, che deve compiersi prima del “giorno grande e terribile del Signore”, cioè, per i discepoli di Gesù, quel giorno di salvezza che avrà la sua pienezza nella Pasqua del nostro caro Signore: “Converta il cuore dei padri verso i figli, e il cuore dei figli verso i padri” (ver.24). Mi piacerebbe avere da voi qualche indicazione e proposta su come leggere noi oggi questo versetto!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Sul v.24, ricordo (approssimativamente) la spiegazione di Alberto Maggi. Il padre – nella cultura di Israele – non è solo colui che dà la vita biologica, ma colui che trasmette al figlio la tradizione e la prassi del passato; è quindi anche un modello di comportamento conforme ai valori trasmessi. Il figlio rappresenta invece il nuovo dell’oggi e la tensione verso il futuro. Si direbbe che il profeta annunci una armonica fusione tra fedeltà al passato e apertura alla novità del presente. Gesù però, citando questa espressione, si ferma alla prima parte: la conversione dei padri verso i figli. I padri devono lasciare il loro attaccamento alle tradizioni del passato e aprirsi alla novità assoluta del Vangelo. Quanto ai figli, per loro ormai c’è un solo Padre cui guardare e da seguire, il Padre nei cieli.