In quei giorni, 24 dopo averlo svezzato, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. 25Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli 26e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. 27Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. 28Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.
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Tutto quello che abbiamo chiesto al Signore e abbiamo da Lui ricevuto è veramente suo, e non nostro. Mi sembra una precisazione di grande importanza! Ed è anche una bellissima prospettiva di verità e di fecondità della vita di ciascuno e di tutti. Una preziosa “restituzione”! Non, quindi, un possesso!
Così, le parole di Anna illuminano quelle che Maria rivolge al Signore nel Magnificat che oggi celebriamo! Tale è lo splendore della nostra relazione con il Signore: quello che gli chiediamo è dono e via per la nostra comunione con Lui!
Questo mi sembra ci possa illuminare per comprendere il “giudizio” sulle ricchezze e sui poteri mondani: sono “possessi” e non doni ricevuti, o meglio sono beni ricevuti che vengono trasformati e “stravolti” in “possessi”. Come tali sono inevitabilmente esposti e destinati alla loro fine.
Oggi Anna e Maria ci insegnano come fare veramente “tesoro” di quello che il Signore ci ha donato e ci dona: tutto viene da loro restituito a Lui. Questo è il significato privilegiato del termine reso nel nostro brano con “richiedere” al ver.28: il Signore lo richiede e Anna accetta che il suo bambino sia “richiesto” per il Signore.
Mi piace oggi pensare questo per i genitori che nel Battesimo del loro bambino ricevono il dono di Dio e a Dio lo dedicano! E così mi pare sia di tutto quello che il Signore ci ha regalato e ci regala!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.