1 Il Signore disse ancora a Mosè: 2 “Ordina agli Israeliti che ti portino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tenere le lampade sempre accese. 3 Aronne lo preparerà nella tenda del convegno, fuori del velo che sta davanti alla testimonianza, perché le lampade ardano sempre, da sera a mattina, davanti al Signore. È una legge perenne, di generazione in generazione. 4 Egli le disporrà sul candelabro d’oro puro, perché ardano sempre davanti al Signore. 5 Prenderai anche fior di farina e ne farai cuocere dodici focacce; ogni focaccia sarà di due decimi di efa. 6 Le disporrai su due pile, sei per pila, sulla tavola d’oro puro davanti al Signore. 7 Porrai incenso puro sopra ogni pila e sarà sul pane come memoriale, come sacrificio espiatorio consumato dal fuoco in onore del Signore. 8 Ogni giorno di sabato si disporranno i pani davanti al Signore sempre; saranno forniti dagli Israeliti; è alleanza. 9 I pani saranno riservati ad Aronne e ai suoi figli: essi li mangeranno in luogo santo; perché saranno per loro cosa santissima tra i sacrifici in onore del Signore. È una legge perenne”.
Seleziona Pagina
Quest’olio che i figli di Israele devono portare mi fa certamente pensare alle vergini di Matteo 25,1ss, ma mi porta anche accanto al Samaritano della parabola. Penso dunque ad una luce che risplende nella notte per ricordare la presenza di Dio accanto al suo popolo, per celebrare il ministero del vincolo nuziale con il quale Egli si unisce al suo popolo; e alla carità divina celebrata dal samaritano per far sì che l’uomo mezzo morto sulla strada possa essere anche lui lampada accesa nella notte, e possa “fare altrettanto” curando con l’olio le ferite di coloro ai quali si farà prossimo. La cura a che le lampade siano “sempre accese” “da sera a mattina” è compito sacerdotale dei discepoli del Signore. “E’ una legge perenne, di generazione in generazione”(ver.3). E’ l’olio della Parola e dello Spirito. E’ bello pensare che oggi questo compito sacerdotale sia affidato alla preghiera e alla carità di ogni figlio di Dio. Ad ogni servo fedele che così dovrà essere trovato dal Signore quando questi ritornerà.
I pani, e il loro rappresentativo numero di dodici, vengono preparati per essere offerti: di questo è segno l’incenso posto su di essi, e la versione greca dice che con l’incenso c’è anche del sale, segno e conferma del sacrificio della vittima. Al sabato i pani vengono cambiati con nuovi pani, che, secondo il testo ebraico vengono “forniti dagli Israeliti”(ver.8), e secondo la versione greca “vengono disposti innanzi al Signore, in ogni tempo, di fronte ai figli di Israele, come patto eterno”, segno di comunione dunque tra Dio e il suo popolo. E saranno consumati dai sacerdoti. Ma verranno dati a Davide e ai suoi compagni, che non sono sacerdoti, per placare la loro fame, in 1Samuele 21,1ss; e Gesù riprenderà questa vicenda in Matteo 12,1ss per affermare non che l’antica norma può essere violata, ma per proclamare la dignità sacerdotale di ogni figlio di Dio, manifestata e celebrata con la fame! E in questo la loro libera partecipazione alla signorìa del Cristo, il Figlio di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il Signore ci tiene alle cose di cui oggi abbiamo letto. Dice “Ordina ai figli di Israele”, mentre di solito – pur dando prescrizioni e istruzioni – dice: “Parla a”. Anche alcune parole importanti come “memoriale” e “alleanza perenne” dicono come questi due elementi, il candelabro e i pani, siano importanti.
L’olio ricorda il vangelo delle 10 vergini. L’olio è richiesto perchè le lampade possano ardere sempre: è segno che il popolo di Israele è sempre davanti al Signore, e che il Signore è sempre presso il suo popolo. Ed è anche – in quanto offerta da parte del popolo – segno dell’attesa continua del Messia.
I pani sono 12 come le 12 tribù di Israele, da porre in due pile di 6 + 6, come quando, passato il Giordano, 6 tribù dovranno stare sul monte Garizim e le altre 6 sul monte Ebal, a sancire l’obbedienza all’alleanza.
L’olio, e forse anche la farina per impastare i 12 pani, viene offerto dal popolo. Il Signore prevede, nelle sue disposizioni, un contributo da parte del popolo, perchè la liturgia di memoria e di ringraziamento sia perenne. Ci ricorda come anche il Signore Gesù mandò i suoi discepoli a “preparare la sala per la Cena”, e la cura della chiesa nella preparazione della Messa.
“Olio puro di olive”: passano i secoli, e rimane la bellezza, l’utilità di questo prodotto della terra…; per noi, in più, simbolo ricco di realtà spirituali, come hanno già indicato i commenti. – “Le lampade ardano sempre… davanti al Signore”: siamo noi, ormai, queste lampade in cui la fiamma dello Spirito arde incessantemente, davanti al Signore, anche se non siamo sempre consapevoli e coerenti.
E’ il popolo degli israeliti che deve portare l’olio puro “per il candelabro, per tenere le lampade sempre accese” (v.2). Le lampade accese da sera a mattina sono segno della presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Ma queste lampade restano accese solo con il nostro olio. Anche noi, oggi, tutti noi, siamo chiamati a portare il nostro olio, il nostro amore, la nostra vita, “perché le lampade ardano sempre, da sera a mattina, davanti al Signore.” (v.3)
“…perché le lampade ardano sempre, da sera a mattina, davanti al Signore…”
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.
Salmo 26