12 In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. 13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: 14 Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15 Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; 16 Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. 17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18 che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Luca 6,12-19

Soprattutto per chi ha difficoltà riguardo al sonno, qui la notte viene presentata come tempo e luogo prezioso per la preghiera.
Sarebbe bello essere più illuminati su quel “pregando Dio”, che penso fondamentalmente come ascolto della sua Parola.
E come ascolto “adorante”.
Ma su questa “adorazione” so dirvi poco, se non che qualcuno mi prende un po’ in giro per il mio aver sempre sulle labbra – ma anche nella testa e nel cuore! – il ritornello che dice “che bello!”
Penso che voi avrete considerazioni ben più importanti!
Nel nostro testo non ci sono note che suggeriscano un’angoscia per questo non dormire. Facciamoci coraggio!
E’ stata unna notte feconda!
Il giorno che segue si apre con la chiamata dei discepoli e l’elezione degli Apostoli! Penso alla vicenda ascoltata ieri nel testo precedente e la guarigione di quell’uomo perché anche lui possa “fare il bene” e celebrare la salvezza di Dio!
Per questo gli Apostoli saranno mandati, e globalmente tutti i discepoli. Anche noi!
I “nomi” citati oggi ci dicono la preziosità del nostro nome! Il nostro nome sulle labbra del Signore, diventa la sua chiamata verso di noi, il nostro andare da Lui e con Lui, e infine anche l’ “essere mandati” che è il significato della parola “apostolo”!
Oltre a Simone, al quale oggi il Signore dà un nome nuovo: Pietro, mi accorgo dell’ultimo citato: Giuda Iscariota, “che divenne traditore”.
Non riesco mai ad ignorare anche questa presenza! Ricordiamoci di tenere anche lui sotto il nostro sguardo.
Molti sono ormai i discepoli, e “gran moltitudine” (ver.17) è la gente, una moltitudine di poveri che vengono da tutta la Palestina e anche dall’estero (il litorale di Tiro e Sidone). Ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie, e essere guariti quelli tormentati da spiriti impuri è la grande povertà che spinge anche noi oggi a raccoglierci intorno al Signore.
Ho in mente soprattutto un povero uomo che vaga solo nella campagna per la paura di essere catturato. Possa anche lui “toccare” il Signore Gesù ed essere guarito come tutti (ver.19).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Per la terza volta in questo capitolo, il racconto ha inizio con “eghéneto”, avvenne: siamo davanti ad avvenimenti-eventi così importanti per la nostra fede! Gesù va “sul monte”: il luogo considerato più vicino a Dio, abitato da Dio (e forse noi stessi, in montagna, abbiamo fatto questa esperienza di vicinanza). Gesù va sul monte a pregare ed “era pernottante nella preghiera di Dio”: così dice alla lettera, se il mio greco è ancora sufficiente. “Preghiera di Dio” vuol certamente dire “rivolta a Dio”, ma possiamo forse pensare che Dio stesso sia protagonista attivo di questo colloquio, di questo incontro, che è la preghiera. Del resto, non è lo Spirito Santo che dice in noi “Abbà, Padre”…? – Ed ecco la chiamata, la scelta, la nomina dei Dodici: è il numero delle storiche tribù di Israele, un altro segno della continuità e insieme della completa novità del Vangelo rispetto all’antico. La vita di Gesù è stata così breve: era necessario che questi Dodici – e con loro tanti altri discepoli – fossero inviati a portare ovunque la Buona notizia.