8 Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; 9 ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. 10 Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. 11 Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, 12 perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
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COMMENTO
Queste parole ci dicono la grande responsabilità che noi abbiamo di fronte al dono di Dio.
La meraviglia che Egli ci rivela sulla potenza d’amore che Egli dona alla nostra storia è il cuore della nostra testimonianza di fede. Noi non riferiamo delle vicende accadute, ma, più profondamente, di quello che ci è stato comunicato affinché noi ne facciamo potenza di comunione con tuti i nostri fratelli.
Il dato forte di questa missione è proprio l’urgenza concreta della conversione che il Signore chiede a tutti coloro che chiama a sé.
Devo annunciare quello che Dio mi ha donato e il Signore passa attraverso la mia umile testimonianza di peccatore per suscitare una nuova fonte di annuncio e di testimonianza.
La fede, infatti, è una notizia, la “buona notizia” di Dio a tutta l’umanità: questo è il significato del termine “Vangelo”, che appunto vuol dire “buona notizia”: l’ho ricevuta e sono mandato a comunicarla. Tale comunicazione è appunto primariamente buona notizia. La “buona notizia” è principio e dono di quella “vita nuova” che sempre, per dono di Dio, è nostro dovere comunicare a tutti, a partire dai più piccoli, dai più poveri e dai peccatori.
La testimonianza evangelica non solo un annuncio verbale, ma è anche, e soprattutto, rivelazione, e annuncio, della vita nuova che ci è stata donata.
Dio ti benedica e tu benedicimi. Giovanni e Francesco