21 Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. 22 Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
23 Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. 24 Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: 25 «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Omelia dialogata messa Dozza 05.05.2021 Lc 1,21-25
COMMENTO
L’“attesa” del popolo (ver. 21) ci regala il senso profondo del nostro brano: qualche cosa di molto grande deve accadere e sta per accadere.
La lunga sosta di Zaccaria è conferma di questo, sottolineata al ver. 22 dal fatto che Zaccaria non può più parlare, come se tutto dovesse fermarsi per attendere l’evento profetizzato.
Il concepimento di Elisabetta è illuminato dalla sua stessa comprensione: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini» (ver. 25). Al posto di “si è degnato” suggeriamo di leggere “Ha guardato su (di me)”, che in modo ancora più evidente preannuncia quanto avverrà alla vergine Maria; non si tratta dunque della semplice rimozione di una vergogna, ma dell’evento di riscatto delle miserie umane, atteso da tutta la creazione e tutta la storia.
Il bambino che nascerà a Elisabetta sarà il profeta privilegiato del Figlio di Dio: la sua nascita sarà ultimo annuncio della nascita di Gesù.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco