24 E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25 Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26 Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
28 Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29 e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, 30 perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.
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Mi si pone un interrogativo molto rilevante: c’è un legame tra il domandarsi ieri i discepoli chi avrebbe tradito il Signore e la discussione che di seguito nasce tra loro su chi sia da considerare più grande? A questo mi spinge anche e soprattutto il fatto che qui, al ver.27, Gesù si coinvolga così direttamente in una questione nella quale si poteva pensare egli rimanesse esterno. Invece, nella competizione verbale di chi sia il più grande Egli indica la sua persona e il significato profondo della sua presenza e della sua opera: “..io sto in mezzo a voi come colui che serve”. Avverto un collegamento profondo con le tentazioni proposte a Gesù da Satana in Luca 4,1-13, dove, ai vers.5-8, la tentazione riguarda i regni della terra e il potere su di essi e la loro gloria.
Si pone dunque una domanda: la discussione di oggi su chi sia il più grande, e quindi anche il tradimento del Signore cui sono esposti tutti i discepoli, non è forse la tentazione del potere mondano? Il Satana che ha tentato Gesù e che poi è entrato in Giuda (Luca 22,3) opera dunque nella potenza seduttiva dei poteri mondani? Forse Gesù proprio di questo sta parlando ai suoi quando cita con ironica determinazione la tremenda “farsa” del potere dei grandi della terra, che si fanno chiamare “benefattori”. E la decisa, assoluta contrapposizione affermata al ver.26, dove il testo non dice, come rende la versione italiana, “voi però non fate così”, ma più drasticamente, come è alla lettera, “voi però, non così”. Non è questione del fare, ma, più profondamente, dell’essere! Voi, dice Gesù, non siete così!, E appunto indica se stesso: “..io sono (e non “io sto”) in mezzo a voi come colui che serve”. Un essere completamente nuovo. Una sfida assoluta ai poteri del mondo in tutte le loro manifestazioni. E dunque, per la nostra fragilità, una tentazione suprema per i discepoli di Gesù di tutti i tempi. In tutte le condizioni e in tutte le relazioni.
Ed è di grande potenza e di grande dolcezza la Parola di riconoscimento e di riconoscenza che al ver.28 Gesù dona ai suoi poveri amici che si sono appena mostrati in tutta la loro fragilità: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove”! Li riconosce partecipi del suo cammino di piccolezza e di povertà fino alla sua Pasqua! Incommensurabile è la misericordia e la bontà del Signore verso noi suoi poveri figli! Siamo chiamati a condividere con Lui la mensa e il regno!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2224-30.html
Mentre Matteo e Marco pongono questo insegnamento di Gesù dopo la “pretesa” dei due figli di Zebedeo, Luca lo pone qui, nella mensa eucaristica e dopo l’annuncio del tradimento. Questo ci fa capire come siano importanti per lui queste parole del Signore. E allora ecco una domanda spontanea: come mai è stata data così scarsa attenzione a queste parole? “Voi però non così”, dice Gesù. E invece abbiamo costruito una Chiesa ben gerarchizzata, e chi sta più in alto indossa le vesti dell’autorità e del governo più che quelle del servitore. Diceva scherzosamente p. Alberto: “Gesù dice: Non fatevi chiamare padre…, non fatevi chiamare maestro…, e noi abbiamo inventato perfino il padre-maestro (quello dei novizi)!”. – Un altro concetto che dovremmo rivedere è quello del “servire Dio”: viene dalle religioni e a noi piace pensarci come servitori di Dio… Ma la grande rivelazione di Gesù è che è lui, è Dio a servire noi: ci ha creati e ci sta accanto per servirci. E non ha mai chiesto che noi serviamo lui, bensì che compiamo tra noi questa diaconia. E’ più che una rivoluzione copernicana.”Io sono in mezzo a voi come colui che serve”.