29 E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: 30 quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. 31 Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32 In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
37 Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. 38 E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo.

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E’ stupefacente il “contrasto” tra la drammaticità della descrizione apocalittica dei testi precedenti e la luminosa positività della parabola: “il regno di Dio è vicino” (ver.31)! La lettura più semplice per accogliere il ver.32 è prendere atto che noi siamo la generazione chiamata ad attendere e a cogliere la vicinanza del regno di Dio, con tutte le conseguenze che questo porta. La sapienza, la vigilanza, l’impegno di questa vicinanza caratterizza la generazione cristiana, chiamata ad “anticipare” il regno di Dio con i segni della fede, della speranza e dell’amore. In tal senso è di grande rilievo l’affermazione del ver.33, che colloca le Parole di Gesù alla fine di tutto! Gesù è veramente l’ultima Parola di Dio! Verso di essa tutto guarda, si raccoglie, converge. Più in là del Vangelo non si può andare! Il Vangelo dunque guida e conduce quest’ ultima generazione della storia, e per questo le cammina sempre avanti. Per questo Gesù dice: “…le mie parole non passeranno”(verr.33)!
Questa è allora la grande prova della fede. Bisogna vivere “in avanti”, stando attenti, dice il ver.34, a non lasciarsi vincere dalla fatica e dal dramma della storia. In avanti, non indietro, come talvolta può sembrare! “Dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” sono i segni di una storia che finisce, e sono il pericolo di un ripiegamento e di una sconfitta, come se nulla ormai di nuovo e di bello potesse accadere, ma solo potesse accadere qualcosa di negativo: la morte. Ecco allora la dimensione e l’ammonizione positiva: “Vegliate in ogni momento pregando, perchè abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. E qui mi sembra importante che oggi riflettiamo un minuto sul significato e sull’importanza assoluta della preghiera. La preghiera è fondamentalmente ascolto della Parola di Gesù, ed è quindi la via privilegiata per accogliere la novità luminosa della vita evangelica. E’ il contrasto supremo nei confronti della vittoria del male e della morte ed è l’annuncio della presenza tra noi e in noi del regno di Dio. Per questo, non mi piace la versione italiana che finalizza la preghiera come forza di “comparire” davanti al Figlio dell’uomo, mentre alla lettera il verbo dice lo “stare” davanti al Figlio dell’uomo. Siamo chiamati a stare fin d’ora alla sua presenza, con l’incessante conversione del cuore, con il lieto annuncio del Vangelo, e con la potenza nuova e meravigliosa dell’amore.
I vers.37-38 ci regalano la felice memoria delle giornate del Signore, spese tra l’insegnamento nel tempio e la veglia notturna nella preghiera al Padre “sul monte detto degli ulivi”. E ci mostra come “tutto il popolo” si recasse da Lui ogni mattina nel tempio per ascoltarlo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2129-33.html
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2134-36.html
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2137-38.html
Gesù propone una parabola piccola piccola: il fico (e gli altri alberi) mettono le gemme… e noi capiamo che l’estate è vicina. Per noi oggi sono i segni della fede, della speranza e dell’amore (come dice don Giovanni) a farci capire che il regno di Dio è vicino: il Signore è accanto a noi, tra noi e ci guida verso la piena realizzazione nel Regno. Stando attenti e pregando, abbiamo la possibilità di “stare in piedi”, in piena dignità e libertà, davanti a lui: non tanto per il giudizio (come sembra suggerire la TOB) ma per una crescente, piena comunione. – Possiamo immaginare, sulla scorta degli ultimi versetti, di scendere con Gesù dal Monte degli ulivi e risalire sul Monte Sion per metterci attorno a lui, davanti al tempio, ad ascoltarlo.