10 Il Signore parlò ancora ad Acaz: 11 «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». 12 Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». 13 Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? 14 Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. 15 Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. 16 Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonata la terra di cui temi i due re. 17 Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Èfraim si staccò da Giuda: manderà il re d’Assiria».
Isaia 7,10-17

Per quello che riguarda “il segno” che il Signore vuole gli sia chiesto e che il re rifiuta di chiedere, possiamo ritenere che tale segno sia nella volontà divina: il Signore vuole dare questo segno!
Dunque il segno non è soltanto una “prova” che quanto accade viene da Dio, ma anche l’illuminazione divina che vuole rivelare nel segno la sua volontà. Qui, la sua volontà di salvezza!
Possiamo chiederci perché il re non voglia domandarlo.
Penso si possa attribuire questo rifiuto alla realtà di non-fede e di mondanità del potere regale: in tal caso si può pensare che il “motivo” addotto dal re per non chiedere il segno sia conferma della “mondanità” del suo potere.
A questo, il Signore reagisce dicendo: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno”! (ver.14): “La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”!
Il significato del nome è: “Immanu” che significa “con noi”, e “El” che significa “Dio”: “Dio con noi”!
In quel Bambino Dio è con noi!
Egli sarà fonte e dono del bene e rifiuto ed eliminazione del male!
Tutto questo, dice il ver.17, avverrà in circostanze drammatiche: l’invasione violenta da parte del “re d’Assiria”.
Per noi è attraente pensare che sia profezia della nascita del Figlio di Dio nella vicenda dolorosa e ferita dell’invasione e del dominio dello straniero.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche oggi siamo colti di sorpresa: siamo in grado di “stancare” Dio! Perseverando nel fidarci poco di Lui, persistendo in una fede flebile e dubbiosa, riusciamo a scoraggiarlo, a stancarlo. Eppure, Egli non si dà per vinto e riprende l’iniziativa: darà Lui un segno della sua bontà verso di noi, pegno di salvezza. Ma non ci aspettiamo un segno straordinario, prodigioso: una vergine, una giovane donna (o giovane sposa), darà alla luce un bambino – la cosa più comune, più normale nella società umana -. Il nome del bimbo racchiude ed esprime tutto il “programma” di Dio verso noi uomini: “Dio con noi”! Il bambino ci guiderà nell’impresa di “rigettare il male e scegliere il bene”. Meraviglia e gratitudine…