1 Nei giorni di Acaz, figlio di Iotam, figlio di Ozia, re di Giuda, Resin, re di Aram, e Pekach, figlio di Romelia, re d’Israele, salirono contro Gerusalemme per muoverle guerra, ma non riuscirono a espugnarla. 2 Fu dunque annunciato alla casa di Davide: «Gli Aramei si sono accampati in Èfraim». Allora il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento. 3 Il Signore disse a Isaia: «Va’ incontro ad Acaz, tu e tuo figlio Seariasùb, fino al termine del canale della piscina superiore, sulla strada del campo del lavandaio. 4 Tu gli dirai: “Fa’ attenzione e sta’ tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumanti, per la collera di Resin, degli Aramei, e del figlio di Romelia. 5 Poiché gli Aramei, Èfraim e il figlio di Romelia hanno tramato il male contro di te, dicendo: 6 Saliamo contro Giuda, devastiamolo e occupiamolo, e vi metteremo come re il figlio di Tabeèl. 7 Così dice il Signore Dio: Ciò non avverrà e non sarà! 8a Perché capitale di Aram è Damasco e capo di Damasco è Resin. 9a Capitale di Èfraim è Samaria e capo di Samaria il figlio di Romelia. 8b Ancora sessantacinque anni ed Èfraim cesserà di essere un popolo. 9b Ma se non crederete, non resterete saldi”».
Isaia 7,1-9

Ci troviamo nel corso della guerra siro-efraimita: gli aramei dell’attuale Siria e gli efraimiti dell’attuale Samaria minacciano Gerusalemme. La reazione del re e del popolo è significativa: “il suo cuore e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento”. (Mi fa pensare a come ci agitiamo noi di fronte a eventi minacciosi o a situazioni difficili della vita). Il Signore manda Isaia a rassicurare, ed egli deve portarsi dietro il figlio, il cui nome significa “Un resto ritornerà” (o si convertirà): un bambino (insignificante) è dato come un segno di salvezza. E certamente è così anche nella nostra vita: ci sono persone destinate a essere richiamo di salvezza, garanzia della cura di Dio per noi. Ecco le parole del profeta: “Fa’ attenzione e sta’ tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta…” – Le ultime parole indicano l’unica condizione ricordata dal Signore: perseverare nella fede, nella fiducia in Lui e nel suo amore, per poter rimanere saldi.
Trovo di grande interesse, anche perché non molto frequente nella Scrittura, la ”correzione” che, attraverso il profeta Isaia, il Signore dona al suo popolo.
Il re Acaz si spaventa per l’aggressione che il re d’Israele e il re degli Aramei tentano contro Gerusalemme e il regno di Giuda. In realtà, “non riuscirono ad espugnarla” (ver.1). La paura è descritta efficacemente al ver.2: “Allora il suo cuore (di Acaz) e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento”!
Il Signore manda Isaia a dissipare quella paura con una parola di grande profondità, dove lo invita da una parte ad “essere tranquillo”, ma premettendo l’invito a “fare attenzione” (ver.4)!
Questi nemici sono di poco conto, come afferma poi il nostro testo. Il loro tentativo sarà vano (ver.7). La situazione per ora rimarrà invariata, come ascoltiamo ai vers.7-9.
Il pericolo di aggressione sarà ben altro.
Il rischio è quello di preoccuparsi di cose da poco, trascurando le attenzioni più profonde!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.