14 Si dirà: «Spianate, spianate, preparate la via, rimuovete gli ostacoli sulla via del mio popolo». 15 Poiché così parla l’Alto e l’Eccelso, che ha una sede eterna e il cui nome è santo. «In un luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi. 16 Poiché io non voglio contendere sempre né per sempre essere adirato; altrimenti davanti a me verrebbe meno lo spirito e il soffio vitale che ho creato. 17 Per l’iniquità della sua avarizia mi sono adirato, l’ho percosso, mi sono nascosto e sdegnato; eppure egli, voltandosi, se n’è andato per le strade del suo cuore. 18 Ho visto le sue vie, ma voglio sanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni. E ai suoi afflitti 19 io pongo sulle labbra: “Pace, pace ai lontani e ai vicini – dice il Signore – e io li guarirò”». 20 I malvagi sono come un mare agitato, che non può calmarsi e le cui acque portano su melma e fango. 21 «Non c’è pace per i malvagi», dice il mio Dio.
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Commento Famiglie della Visitazione
Nella parte finale del cap. 57 il Signore ci rinnova il “lieto annuncio” di una salvezza universale e di una piena felicità per tutti. Per prima cosa, vuole che si riprenda il cammino di liberazione: “…Preparate la via, rimuovete gli ostacoli sulla viaf del mio popolo”(v. 14). Poi esplode in una affermazione solenne che, se accolta, può “rivoluzionare” la nostra esistenza:
“In un luogo eccelso e santo io dimoro,
ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati”(v. 15)!
Il Signore – chiamato l’Alto e l’Eccelso – non vive relegato nella sua “sede eterna”, ma è vicino a noi, in particolare agli oppressi e agli umiliati (ai contriti e agli umili, traduce la Bibbia di Ger.). Notate il grande contrasto: Sono con “chi è a terra”, dice Colui che è in alto. E’ vicinissimo agli ultimi della storia, commenta un autore.
Il Signore, poi, non ci sta accanto a osservare, inattivo: interviene “per ravvivare lo spirito degli umili / e rianimare il cuore degli oppressi”(v. 16). Vuole consolare e sollevareanche tutti coloro che possiamo definire, con un termine più moderno, “depressi”.
Egli sa bene che se si allontanasse da noi, se nascondesse il suo volto perché adirato, “verrebbe meno lo spirito e il soffio vitale” che ha creato. Ci viene confermata, con queste parole, una grande verità: è Lui che ci dona e alimenta in noi quel soffio vitale, senza del quale la nostra esistenza e tutto il resto verrebbero meno.
Nonostante l’ostinazione dell’uomo nelle vie del male, il Signore ha una incrollabile volontà di salvezza: “Voglio sanarlo, guidarlo – afferma – e offrirgli consolazioni”(vv. 17-18). E conclude con quello stupendo augurio-promessa, pegno di felicità piena e duratura:
“Pace, pace ai lontani e ai vicini – dice il Signore – e io li guarirò”(v. 19).
Quattro parole, ma quanto belle! Ai lontani e ai vicini: quindi proprio a tutti, all’intera umanità. Quei “lontani” che Dio guarisce, possono corrispondere a quei malati che – secondo Gesù – hanno bisogno di cure e conforto prima di coloro che sono sani e vicini.
Da questa pace si autoescludono solo i malvagi, così ben descritti alla fine del brano: “…sono come un mare agitato…, le cui acque portano su melma e fango…”(vv. 20-21).
Concludendo, non possiamo non ricordare che per noi,credenti in Gesù, “Egli è la nostra pace”, e da lontani che eravamo, ci ha fatto diventare vicini: così afferma l’Apostolo in Ef. 2, 13-14.