1 Guai a te, che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato, quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare. 2 Pietà di noi, Signore, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell’angoscia. 3 Alla voce del tuo fragore fuggono i popoli, quando t’innalzi si disperdono le nazioni. 4 Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette, ci si precipita sopra come si precipitano le locuste. 5 Eccelso è il Signore perché abita in alto; egli riempie Sion di diritto e di giustizia. 6 C’è sicurezza nei tuoi giorni, sapienza e conoscenza sono ricchezze che salvano; il timore del Signore è il suo tesoro. 7 Ecco, gli araldi gridano di fuori, piangono amaramente i messaggeri di pace. 8 Sono deserte le strade, non c’è chi passi per la via. È stata infranta l’alleanza, sono stati respinti i testimoni, non si è avuto riguardo per nessuno. 9 La terra è in lutto, è piena di squallore, si scolora il Libano e sfiorisce; la pianura di Saron è simile a una steppa, sono brulli i monti di Basan e il Carmelo. 10 «Ora mi alzerò – dice il Signore –, ora mi innalzerò, ora mi esalterò. 11 Avete concepito fieno, partorirete paglia; il vostro soffio è un fuoco: vi divorerà. 12 I popoli saranno fornaci per calce, spini tagliati da bruciare nel fuoco. 13 Ascoltate, voi lontani, quanto ho fatto, riconoscete, voi vicini, qual è la mia forza».
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Come vedete, Giovanni è già in grado di dire qualche parola di commento.
I vers. 2 e 5-6 descrivono la situazione del popolo del Signore, la sua condizione di assoluto privilegio tra i popoli della terra, tutta in una posizione di umiltà, continuamente risollevata dalla predilezione di Dio per i piccoli. La sapienza e la conoscenza sono le sue ricchezze, il timore del Signore il suo tesoro (vers. 6): non si tratta di virtù acquisite, ma di doni sempre ricevuti da Dio. Il vers. 13 conferma questo: i lontani, le Genti, sono invitate ad ascoltare quanto Dio ha fatto per Israele e i vicini, Israele stesso, a riconoscere la sua forza. Impressionante è l’annuncio della Pasqua del vers. 10: “Ora mi alzerò – dice il Signore –, ora mi innalzerò, ora mi esalterò”, con quell’ “ora”, che dice l’immediatezza dell’opera di Dio per noi, nel mistero della liturgia e nella storia di tutti i giorni.
Dio vi benedica e voi benediteci tutti. Francesco e Giovanni