9 Donne spensierate, ascoltate bene la mia voce; figlie baldanzose, porgete l’orecchio alle mie parole. 10 Fra un anno e qualche giorno voi tremerete, o baldanzose, perché, finita la vendemmia, non ci sarà più raccolto. 11 Temete, o spensierate; tremate, o baldanzose, deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di sacco. 12 Battetevi il petto per le campagne amene, per i fertili vigneti, 13 per la terra del mio popolo, nella quale cresceranno spine e pruni, per tutte le case in gioia, per la città gaudente; 14 poiché il palazzo sarà abbandonato, la città rumorosa sarà deserta, l’Ofel e il torrione diventeranno caverne per sempre, gioia degli asini selvatici, pascolo di mandrie. 15 Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. 16 Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. 17 Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. 18 Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri, 19 anche se la selva cadrà e la città sarà sprofondata. 20 Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli e lascerete in libertà buoi e asini.
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Il profeta si rivolge ora alle donne, prese quasi a prototipo di superficialità e presunzione: “donne spensierate…, figlie baldanzose…”. Forse seguiva qui un pregiudizio di quei tempi, mai del tutto superato. C’è voluto Gesù perché le donne fossero trattate con pari dignità, accolte come discepole, prime – tra l’altro – nel credere e nell’annunciare la Risurrezione. – Alla previsione del disastro segue un bell’annuncio del Regno della giustizia e della pace. E’ un frutto di Dio, poiché “in noi sarà infuso uno spirito dall’alto”; è una nuova creazione, infatti “il deserto diventerà un giardino”; è un superamento degli errori dell’Eden: “la giustizia regnerà nel giardino”! Per noi, che ci vediamo assediati da ingiustizie quotidiane e da ostilità fratricide in tutto il mondo, è un invito pressante a praticare la giustizia ed essere operatori di fraternità e di pace (v.17). C’è una promessa di beatitudine, di abbondanza e benessere: “Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli…”.
Oggi scrivo io, perché Giovanni è sotto intervento chirurgico.
Il profeta si rivolge alle donne, ma è bene ricordare che nella Scrittura la donna non è semplicemente uno dei due generi, ma la rappresentante dell’intera umanità, che, quasi sempre, è raffigurata al femminile, da Eva alla Figlia di Sion, alla Vergine Maria, in rapporto frontale con Dio stesso, che è tante volte rappresentato come il suo sposo. Questo per evitare ai maschi l’errore di sentirsi a posto, estranei al monito del testo di oggi.
Ma qual è il problema di queste donne? Il fatto che sono “spensierate”, espressione molto rara nell’Antico Testamento, presente ad esempio nel Salmo 122(123),4: “noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi”. Insomma, si tratta di uno stato d’animo di una certa sicurezza di sé, che diventa facilmente arroganza e anche atteggiamento ridanciano, di derisione verso gli altri, soprattutto se questi si trovano in una condizione di inferiorità (pensiamo anche agli scherni sotto la croce di Gesù). Per questo tre volte in tre versetti è ripetuto l’aggettivo “baldanzose”, che vuol dire letteralmente “confidanti” (sottinteso, in se stessi e nelle proprie sicurezze).
A questa umanità illusa nelle sue false sicurezze il profeta raccomanda: “porgete l’orecchio alle mie parole” (vers. 9), “temete”, “tremate”, “deponete le vesti, spogliatevi, cingetevi i fianchi di sacco, battetevi il petto” (vers. 11-12).
Ma accanto al monito, c’è sempre l’incoraggiamento: “fino a quando in noi sarà infuso uno spirito dall’alto, allora il deserto diventerà un giardino” (vers. 15). La giustizia genererà la pace e queste solo daranno la vera tranquillità e sicurezza.
Un’ultima osservazione su questo termine, “sicurezza” (vers. 17), tanto usato ed abusato: è ancora una volta quella “confidenza” vista prima; quindi la vera sicurezza nasce non tanto dall’inasprimento di interventi repressivi, quanto dalla “fiducia” in Dio e dalla capacità di creare un clima di “fiducia” fra le persone.
Ora mi sono venuti a dire che l’intervento è andato bene. Presto tornerete a ricevere i suoi commenti. Un caro saluto a tutte/i. Francesco