53 E ciascuno tornò a casa sua.
1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
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Non entro nella questione della presenza di questo passo nel Vangelo secondo Giovanni, dal quale sembra differenziarsi. Preferisco, invece, che chi ne ha il tempo possa dare un rapido sguardo al cap.11 nel quale oggi entriamo, perché mi sembra bene guardare all’incontro tra Gesù e l’adultera nella prospettiva e nella luce che riceveremo da tutto il capitolo!
La Parola che oggi ci viene donata è di fatto molto importante per cogliere il mistero della misericordia divina, anche per il rilievo che il tema della misericordia ha quest’anno! E’ in questa attenzione che provo a sottolineare qualche tratto del nostro brano.
In tutto il Nuovo Testamento solo qui, al ver.4, è presente il termine reso in italiano con “flagrante”, cioè “colto sul fatto”! Il peccato della donna è indiscutibile. E altrettanto lo è la sanzione decretata dalla legge mosaica: possiamo ascoltare in proposito Deuteronomio 22,22.
Secondo il ver.6 la questione potrebbe creare un grande imbarazzo a Gesù e alla sua predicazione. Gesù reagisce con il silenzio e con quella singolare azione – “si mise a scrivere per terra” – che le note delle bibbie commentano come un gesto strano e incomprensibile. Io vi dico che istintivamente queste parole mi portano a Geremia 31, dove il profeta annuncia i tempi messianici caratterizzati dal fatto che la Legge del Signore sarà scritta non più sulle tavole di pietra, ma sui cuori delle persone: la legge non è più imposizione esterna, ma diventa sentimento e volontà del cuore umano! Se volete, tenetene un po’ conto, senza troppo impegno!
Gesù, quasi costretto dalla situazione delicatissima, rompe il silenzio richiedendo un legame rigoroso tra l’esercizio della pena per il peccato con l’innocenza di chi la esegue! E questo allontana tutti, a cominciare dai più anziani!
Le note delle bibbie invitano ad ascoltare le Parole di Gesù in Matteo 7,1-5. Non mi sembra ci fosse una regola così precisa nella Legge!
Però con questo accade un fatto straordinario, e cioè che Gesù rimane solo, perché solo Lui è senza peccato! Solo, “e la donna era là in mezzo”! (ver.9). Ed ecco che, dove dovremmo incontrare la condanna per la colpa, ci viene annunciata e data la misericordia di Dio!
Gli esecutori della pena non ci sono più, perché siamo un popolo di tutti peccatori. E il “solo” giusto Gesù, annuncia, esprime e dona la giustizia divina come misericordia: “Neanch’io ti condanno”.
Invece della condanna Gesù dona la vita nuova, quella che inizia con la misericordia di Dio ed è chiamata ad essere senza peccato! La misericordia divina non è solo perdono, ma è anche inizio di una vita nuova liberata dal male!
Anche oggi entriamo nella Divina Liturgia, chiedendo al Signore di essere liberati dal male e dalla morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.