12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». 13 Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14 Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16 E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17 E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18 Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19 Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 20 Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
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Uniamo al testo previsto per oggi, anche quello di lunedì, perché allora la nostra “lectio continua” di Giovanni riposerà per lasciare il posto alla festa di S. Benedetto, con letture proprie.
Mi sembra sia possibile interpretare tutto Gv.8 come spiegazione e commento dell’incontro di Gesù con l’adultera. Vedo dunque lei, che “avrà la luce della vita” e “non camminerà nelle tenebre, perché ora è discepola di Gesù, e seguirà Lui! Avvertiamo allora il dono di misericordia fatto da Gesù alla donna adultera come fatto a tutti noi.
Questo ci consente di interpretare la “luce del mondo… e … la luce della vita” come la comunione d’amore che unisce il Padre e il Figlio, e che Gesù ora ci annuncia e ci dona! Così, dunque, il ver.12.
Contro l’obiezione farisaica del ver.13, Gesù dice che la sua testimonianza è vera anche se è solo Lui a darla, perché, Egli dice, “so da dove sono venuto e dove vado” (ver.14), e così ci dice che Lui viene dal Padre e va al Padre, perché, dice al ver.16, “non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato”.
Dunque, la vita nuova che Gesù è venuto a donare alla donna adultera e a tutti noi, è il dono supremo dell’Amore di Dio! Camminiamo dietro a Gesù, avvolti e protetti dall’Amore del Padre! Veramente come suoi figli nel suo Figlio Gesù!
E’ vinta ogni solitudine, e la nostra vita è sempre chiamata ad essere testimonianza della nostra comunione con il Padre e il Figlio! Gesù ci annuncia questa comunione rivelandoci la sua comunione con il Padre: “il Padre che mi ha mandato dà testimonianza di me” (ver.18).
Polemizzando severamente con i Giudei, Gesù dice loro: ”Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio”. Dunque, il dono sublime che Gesù è venuto a portare alla donna adultera e a tutti noi, è l’Amore del Padre, che non condanna, ma perdona, inaugurando in noi la vita nuova liberata dal male. E incessantemente liberata dal male per la potenza della sua misericordia.
Sono contento di ricevere obiezioni, rimproveri e contro-proposte su questa lettura della vita nuova regalata all’adultera e a tutti noi adulteri.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.