15 Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. 16 Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di . 17 Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». 18 Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il , ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Giovanni 5,15-18

Oggi l’uomo sanato da Gesù si presenta come il protagonista, o per lo meno come il grande portavoce degli eventi della salvezza: Lui, l’uomo malato, è stato sanato dall’ “Uomo” Gesù, il Figlio di Dio! Vedremo come tutto il seguito di questo capitolo si raccolga intorno al mistero e al dono di Gesù Cristo, il Figlio di Dio Padre!
Ed ora, la Parola ci conduce nei diversi “livelli” dell’accusa e del rifiuto dei Giudei nei confronti di Gesù: innanzi tutto (vers.16), come giudeo violatore del sabato lo perseguitavano!
Al ver.17 incontriamo la delicata e ricca risposta del Signore circa l’azione divina!
Proviamo a formulare qualche considerazione che raccolga la complessità della vicenda. La risposta di Gesù è: “Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”. Forse su questa traduzione “anche ora” si potrebbe fare qualche osservazione. Una precedente versione italiana diceva che Dio “opera sempre”. Addirittura sarebbe forse possibile spingere l’enfasi del testo fino a dire che Dio “agisce (o opera) fino ad ora”, per affermare che questo suo agire ha “ora” il suo supremo compimento e che dunque tutta l’opera divina giunge ora alla sua pienezza.
Noi ricordiamo che l’origine del sabato nasce dal “riposo” di Dio che ha compiuto nei sei giorni la sua opera e nel settimo giorno si riposa. Può essere prezioso dare perciò uno sguardo a Genesi 2,1-3. Questa tradizione s’incrocia con quella che considera il sabato come riposo della creatura umana, che nei sei giorni si dedica alle opere della creazione, e al sabato riposa per festeggiare tutta l’opera divina, senza la quale non ci potrebbe essere nessuna opera umana.
In ogni modo, Gesù afferma la sua piena comunione fedele con il Padre: “Il Padre mio agisce anche ora – o “sempre”, o “soprattutto ora”! – e anch’io agisco!”.
E questo accresce l’inimicizia dei Giudei verso di Lui, “perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (ver.18). E così entriamo nel cuore di questo capitolo 5 di Giovanni, rivelazione della comunione assoluta tra il Padre e il Figlio e dunque rivelazione e assimilazione dell’opera di Gesù come opera del Padre!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”: siamo abituati a pensare che Dio, dopo i giorni della creazione, si sia messo “a riposo”. Un Dio – secondo il comune pensare – inattivo, che non interviene nelle vicende della storia, addirittura assente. Gesù ci dice che non è così: Dio, che è un Padre, nostro Padre, agisce, lavora, opera infaticabilmente, continuamente… L’opera della creazione non è compiuta. Ora è Gesù stesso a portarla avanti e a coinvolgerci in questo operare perché il Regno si estenda, la volontà benefica di Dio si compia per tutti gli uomini. Possiamo pensare che Egli continui a operare attraverso di noi? Attraverso le nostre menti, le nostre mani, la nostra capacità di amare?