Quel giorno però era un sabato. 10 Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È e non ti è lecito portare la tua barella». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». 12 Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. 14 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio».
Giovanni 5,9b-14

E’ evidente l’assurda sproporzione tra l’evento della guarigione di quest’ uomo e l’accusa di violazione del sabato! Questo può cogliersi ancora più gravemente se facciamo una considerazione forse abbastanza vera.
Possiamo infatti osservare che è lo stesso verbo quello reso al ver.10 con “portare” e al ver.11 con “prendi”.
E questo stesso verbo l’abbiamo incontrato in Gv.1,29 quando Giovanni Battista indica Gesù e dice che egli è “Colui che toglie il peccato del mondo”. Commentando allora questo versetto di Gv.1,29 ho proposto che “togliere il peccato del mondo” fosse più corretto renderlo con ”prendere su di sé”: è un’allusione molto forte alla Croce, cioè al suo prendere su di Sé il peccato del mondo!
Oggi questo mi spinge ad osservare che all’uomo sanato dalla sua lunga malattia Gesù chiede di “prendere su di sé” la barella sulla quale era disteso. Dunque, adesso quest’uomo prende su di sé e porta quella barella sulla quale era prima disteso malato! Questo io lo sento come una allusione molto forte a quella “croce” che Gesù, e quelli che camminano dietro a Lui come suoi discepoli, devono prendere su di sé e portare!
Questo mi sembra il significato profondo di quello che il Signore gli ha chiesto: “prendi la tua barella e cammina”. Quello che prima era un’infermità e un male subìto, ora diventa la realtà e il segno del suo essere discepolo del Signore!
E questa mi sembra appunto la ragione dell’ammonizione che nel Tempio Gesù rivolge all’uomo sanato – “Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio” (ver.14) – che sarebbe il riprecipitare nella condizione di malattia, mentre adesso è se mai il “segno” del suo essere discepolo di Gesù e della sua Croce!
Ed è in tale momento che l’uomo sanato riconosce il Signore! E conoscendo il Signore, cambia radicalmente il senso della sua vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
E’ bella, forse anche nuova, l’interpretazione proposta nel commento di Giovanni su quel “prendere su di sé” la barella. – A un livello più semplice e immediato, si può leggere in questo “segno” il pressante invito di Gesù a liberarci della cappa della Legge, non rimanere legati a tutte le forme “religiose” che impongono norme, divieti, riti, che diventano pesi gravosi e non cercano il bene dell’uomo. E anche, almeno, a non essere rigidi e severi tutori della Legge, come erano diventati “i Giudei”, cioè i capi del popolo e gli anziani, con i sacerdoti e i farisei. Tanto più in questo anno in corso, che stiamo vivendo come il giubileo della misericordia.