7 Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9 Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10 Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
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Ascoltare oggi questa Parola mi porta a ricordare intensamente la vicenda delle nozze di Cana (Gv.2,1-12) e il breve dialogo tra Gesù e la madre con quell’espressione severa di Gesù verso di lei: “Donna, che vuoi da me?”. Qui è la donna samaritana che si pone in atteggiamento dialettico verso il Signore. Sembra che l’Evangelista voglia tenere ancora un riferimento alla relazione tra l’uomo e la donna, un vincolo di comunione che si è spezzato nel peccato delle origini (il “peccato originale”), e dunque una tensione verso il recupero e la pienezza di quella comunione.
Nelle immagini bibliche il rapporto nuziale tra l’uomo e la donna è segno privilegiato della relazione di comunione tra Dio e il suo Popolo! Ma il mio cuore è preso ed emozionato soprattutto per quella richiesta di Gesù alla donna samaritana: “Dammi da bere” (ver.7). Guardo commosso alla radicale povertà del Signore davanti a questa donna! Così Lui ci seduce e ci conquista.
Io mi sento terribilmente diverso da Lui, come fossi nella compagnia dei discepoli che “erano andati in città a fare provvista di cibo”. Niente di male, però quale distanza tra loro e Gesù che si fa povero per scendere alla povertà della donna samaritana!
E la donna reagisce mettendo in evidenza la divisione tra Giudei e Samaritani, che la porta a quella domanda “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?” (ver.9).
La domanda conduce ormai ad una risposta sorprendente e straordinaria, perché la richiesta di Gesù è segno ed evento di una sete divina che S.Agostino commenta dicendo che Gesù “ha sete di lei!”.
Egli è venuto ad abbattere il muro di separazione, questo ed ogni altro muro, tra giudei e samaritani con la sua presenza fino alla sua Pasqua, fino al suo sacrificio d’amore che è celebrazione della comunione nuziale tra Dio e l’umanità!
Gesù risponde alla donna samaritana aprendosi alla rivelazione di Sé: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a Lui ed Egli ti avrebbe dato acqua viva.” (ver.10).
Così, il segno dell’acqua entra in questa vicenda: come quello del vino era presente a Cana per significare il sangue, e cioè il sacrificio d’amore, ora l’acqua diventerà il segno dello Spirito e della vita nuova nella comunione nuziale tra Dio e l’umanità.
Così, da ora, l’assetato Gesù diventerà l’annunciatore potente delle grandi nozze che hanno il loro segno accanto al pozzo di Giacobbe in Samaria.
Uno sguardo a Genesi 24 e 29 ci può ricordare come il pozzo sia spesso nelle Scritture luogo di incontro nuziale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.