1 Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: «Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni» – 2 sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli –, 3 lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4 Doveva perciò attraversare la Samaria.
5 Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6 qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno.
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Comincia uno dei capitoli più affascinanti del quarto Vangelo e non posso fare a meno di sottolineare due-tre “parole”. Prima di tutto quel: “doveva” Gesù attraversare la Samaria. In realtà, c’era la via del Giordano, anche più comoda e sicura; ma il disegno provvidenziale del Padre richiedeva quel passaggio tra gli eretici e semipagani samaritani. – Al v.6: “c’era un pozzo”, il pozzo di Giacobbe; in realtà il termine esatto sarebbe “sorgente”; e Gesù si siede lì, alla lettera “si installa” sulla sorgente. San Girolamo ha tradotto “sedebat supra fontem”. L’immagine dell’evangelista ci dice che è Gesù ora la vera sorgente, la fonte di acqua viva, come vedremo in seguito. – E’ bella anche quella nota umana: Gesù stanco per il viaggio. E non solo per il cammino, ma anche per l’impegno profuso nell’annuncio del Vangelo, la sua missione.
Ho l’impressione di un “passaggio necessario” che Gesù esprime ai vers.1-2 del nostro brano. L’indicazione profetica del Messia da parte di Giovanni Battista è ormai al suo termine, ed è tempo che si manifesti il mistero centrale della missione del Figlio e l’evento di salvezza di tutta l’umanità.
Di questo abbiamo già ricevuto l’annuncio in quel “principio dei segni” che sono state le nozze a Cana di Galilea. Teniamo ben presente quell’evento (Gv.2,1-12) per coglierne lo sviluppo nella Parola nella quale oggi entriamo.
Dunque il tema della nuzialità! E il mistero d’amore che questo annuncia e compie, e di cui già oggi percepiamo alcuni fondamentali elementi.
Dunque, è necessario ormai il pieno “distacco” dalla missione di Giovanni Battista perché abbia inizio quell’evento nuziale tra Dio e l’umanità che avrà la sua pienezza e la sua piena rivelazione nella Pasqua del Signore.
Il ritorno in Galilea che vedremo attuarsi nella seconda parte di questo capitolo (Gv.4,43-54) porta ora Gesù ad attraversare la Samaria. Questo particolare è di grande rilievo, perché i Samaritani sono realtà problematica per gli Ebrei a motivo delle loro “deviazioni religiose”, come vedremo in questo capitolo.
Ebbene, l’evento nuziale che ascolteremo e contempleremo al pozzo della Samaritana dice il carattere nuovo e universale di queste nozze. La tradizione biblica coglieva le nozze come immagine della relazione-comunione tra Dio e il suo popolo. Ora tale relazione-comunione varca i confini per entrare in spazi considerati estranei se non addirittura nemici del Popolo di Dio.
Il ver.5 ci annuncia questo arrivo di Gesù al pozzo di Giacobbe, di cui abbiamo importanti notizie in Genesi 23 e in Genesi 33,18-20.
Il nostro brano si conclude, al ver.6, con due annotazioni di grande rilievo per il cammino di Gesù in mezzo alla nostra povera umanità.
Si tratta innanzi tutto di un “viaggio”, che fin dall’inizio del Vangelo secondo Giovanni ci è stato annunciato: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14).
Ora veniamo a sapere di questa “stanchezza” di Gesù per il viaggio. E questa stanchezza è già allusione alla “stanchezza” della Croce, alla sua Passione.
E di questo è conferma anche il particolare dell’ora: è “circa mezzogiorno”. E’ appunto quell’ ”ora sesta” della sua crocifissione (Gv.19,14).
Dunque, il significato profondo dell’incontro di Gesù con la Samaritana è la sua profonda fisionomia nuziale, anche per una certa “progressione” rispetto alle nozze di Cana: tra il “primo dei segni” (Gv.2,11) e l’ultimo, alla Croce del suo sacrificio d’amore per la salvezza di tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.