11 Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13 Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
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Mi domando e ci domandiamo se le parole interrogative della donna di Samaria siano da intendere nel loro significato più diretto ed evidente, o se lei stessa sia entrata ormai in un livello di pensiero e di intuizione più profondo, che dà alle sue parole uno spessore ben più ricco.
Mi spiego: lei sta ponendo una semplice obiezione razionale e pratica – “non hai un secchio e il pozzo è profondo” – oppure sta già interpretando tutto in una luce nuova i cui sintomi sono la citazione dell’ “acqua viva” e il confronto tra questo giudeo assetato e il padre Giacobbe: “Sei tu forse più grande…?” (vers.11-12).
Propendo per questa ipotesi, e in ogni modo Gesù in modo determinato la porta verso il mistero della sua Persona e della sua opera: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete”, dove “quest’acqua” è il dono profetico della Prima Alleanza qui rappresentata dal “nostro padre Giacobbe” e dal pozzo da cui bevve “ lui con i suoi figli e il suo bestiame”, che ora si compie in pienezza nell’ “acqua che io gli darò” (ver.14).
La differenza tra le due acque è assoluta: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete”. E questo dice il regime antico della Legge che incessantemente deve essere adempiuta. “Ma chi beve l’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno” (ver.14), perché è l’acqua della vita eterna, cioè della vita stessa di Dio.
E di più! “Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”!! Non solo placherà la sete, ma diventerà anche sorgente di tale acqua divina! Tale è la fecondità della vita cristiana! Così, al ver.15, mi sembra che la donna samaritana sia entrata nella rivelazione che il Signore le ha dato, e che in lei tutto sia posto sotto un interrogativo nuovo e misterioso.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Che cos’è quest’acqua viva? Che effetti ha? Secondo l’annuncio del profeta Ezechiele, è un’acqua che – uscendo dal tempio – va a vivificare e fecondare ogni cosa, in tutto il creato. Ma è il profeta Isaia (se ben ricordo) che ci dice con chiarezza che quest’acqua viva è Dio stesso, la sua vita comunicata agli uomini: “Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva per abbeverarsi a cisterne avvelenate…” Gli effetti straordinari sono racchiusi in quelle parole di Gesù: “L’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”. – Ormai, al posto di “Giacobbe nostro padre” c’è il Padre celeste che Gesù ci ha rivelato e dato.