40 Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41 Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42 Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.
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In questa sepoltura del Signore avverto un clima nuziale che penso sarà confermato dal seguito della memoria evangelica. E tutto questo senza omettere la realtà!
Tutta la memoria evangelica di Giovanni ci ha donato il racconto della Passione di Gesù con assoluto realismo e nello stesso tempo ci ha offerto mirabilmente il senso profondo della morte e della sepoltura del Signore!
Così, ora, i teli e gli aromi per la sepoltura li avverto come un abito nuziale.
E questo mi sembra confermato mirabilmente da quel “giardino”, che mi fa pensare al perduto giardino di Genesi 1-3.
E ancor più mi porta verso il giardino dell’amore del Cantico dei Cantici!
Così, gli ultimi versetti di Gv.19 preparano e aprono la prospettiva di Gv.20 e della sua luce nuziale.
Il sepolcro stesso, dunque, deve essere “nuovo”! E così anch’esso entra nella sinfonia di un’attesa verginale e nuziale!
Tutto commuove ancora di più se riflettiamo su come questo venga preparato e compiuto da Giuseppe e Nicodemo, figli di Israele e ora profezia e simbolo della grande preparazione delle nozze del Messia con il suo popolo, e quindi con l’intera umanità!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Giuseppe e Nicodemo riflettono quello che anche noi – credo – spesso viviamo: in bilico tra un amore sincero per il Signore e la difficoltà di accogliere il nuovo che Egli ci ha portato e dato, la vita nuova che va anche oltre la morte. I due membri del Sinedrio si occupano del corpo di Gesù: toccando il cadavere, diventano “impuri” per sette giorni e non possono nemmeno celebrare la festa di pasqua. Segno di vera dedizione al Signore; però lo seppelliscono “come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura”; difatti, “lo avvolsero con teli”, “lo legarono”: il contrario di quello che aveva detto Gesù davanti all’amico Lazzaro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”. Anche il sepolcro è “nuovo”, non solo nel senso di “mai usato”, ma nel senso di una qualità diversa: un sepolcro destinato a rimanere vuoto, perché la morte è vinta e Gesù (e come lui tutti i credenti) gode di una vita piena e indistruttibile.