1 Io sono stanco della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell’amarezza del mio cuore. 2 Dirò a Dio: “Non condannarmi! Fammi sapere di che cosa mi accusi. 3 È forse bene per te opprimermi, disprezzare l’opera delle tue mani e favorire i progetti dei malvagi? 4 Hai tu forse occhi di carne o anche tu vedi come vede l’uomo? 5 Sono forse i tuoi giorni come quelli di un uomo, i tuoi anni come quelli di un mortale, 6 perché tu debba scrutare la mia colpa ed esaminare il mio peccato, 7 pur sapendo che io non sono colpevole e che nessuno mi può liberare dalla tua mano? 8 Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte: e ora vorresti distruggermi? 9 Ricòrdati che come argilla mi hai plasmato; alla polvere vorresti farmi tornare? 10 Non mi hai colato come latte e fatto cagliare come formaggio? 11 Di pelle e di carne mi hai rivestito, di ossa e di nervi mi hai intessuto. 12 Vita e benevolenza tu mi hai concesso e la tua premura ha custodito il mio spirito. 13 Eppure, questo nascondevi nel cuore, so che questo era nei tuoi disegni! 14 Se pecco, tu mi sorvegli e non mi lasci impunito per la mia colpa. 15 Se sono colpevole, guai a me! Ma anche se sono giusto, non oso sollevare il capo, sazio d’ignominia, come sono, ed ebbro di miseria. 16 Se lo sollevo, tu come un leone mi dai la caccia e torni a compiere le tue prodezze contro di me, 17 rinnovi contro di me i tuoi testimoni, contro di me aumenti la tua ira e truppe sempre nuove mi stanno addosso. 18 Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Sarei morto e nessun occhio mi avrebbe mai visto! 19 Sarei come uno che non è mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba! 20 Non sono poca cosa i miei giorni? Lasciami, che io possa respirare un poco 21 prima che me ne vada, senza ritorno, verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, 22 terra di oscurità e di disordine, dove la luce è come le tenebre”».
Omelia dialogata messa Dozza 09.02.2021 Gb 10
Incontro del 09.02.2021 su Meet – Gb 10
COMMENTO
Ci sembra che oggi il riferimento alla persona di Giobbe lo accogliamo come attribuito alla Persona di Gesù! Certo non per il tono lamentoso del ver.1, ma, più profondamente, per la descrizione delle sue sofferenze che celebrano la passione di Gesù! Certamente non si tratta di una condanna divina!| Dio non disprezza il sacrificio d’amore del suo Figlio.
Un passo avanti in queste “confessioni” di Giobbe è visibile oggi nel fatto che Egli le rivolge a Dio: “Dirò a Dio” (ver.2) e quindi tutto il testo di oggi diventa una preghiera. Di questa preghiera un verbo è di grande rilievo: “Ricòrdati che come argilla mi hai plasmato; alla polvere vorresti farmi tornare?” (ver.9). No, certamente, ma alla sua Pasqua d’amore e di risurrezione!
Dio vi benedica. E voi pregate per noi. Francesco e Giovanni.