12 Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14 corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
15 Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. 16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo.

Seleziona Pagina
I termini “meta” e “perfezione” introdotti nella versione italiana possono essere un po’ devianti. Conviene forse tener ferma l’espressione del ver.11 che indica come meta da raggiungere la “risurrezione dai morti”. Paolo dice di non averla raggiunta, ma di sforzarsi per conquistarla “perchè anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù” (ver.12). Il mistero divino della Pasqua di Gesù ci ha conquistati – fin dal nostro battesimo – e la nostra vita è quindi una grande corsa per arrivare e conquistare ciò che ci ha conquistati. Penso che Paolo voglia insinuare che nella nostra vita terrena non si arriva mai alla fine di questa corsa, se non appunto alla fine.
La bellissima immagine del corridore dei vers.13-14 esprime questa corsa appassionata verso la meta. Questa meta, nel linguaggio della competizione sportiva che qui Paolo adotta come immagine, è la “corona” del vincitore. Mi affascina pensare che la nostra “vittoria” stia nel correre sino alla fine verso quella vittoria che Gesù ha riportato in noi. Mi ricorda l’affermazione di S.Agostino che dice come il senso della nostra vita sia quello di “diventare quello che siamo”. Il dono ricevuto al principio diventa la fine e il fine dell’esistenza! Per questo non sono molto convinto dell’espressione “premio che Dio ci chiama a ricevere lassù” del ver.14. Più che di un premio da ricevere lassù, mi sembra si tratti di una “chiamata dall’alto”, che ci spinge a correre verso di essa perchè ha già conquistato la nostra persona. Ma mi rendo conto che alla fine, con le mie manìe, porto confusione!
Qualche nota delle bibbie dice che in quel “perfetti” del ver.15 che richiama la “perfezione” del ver.12, c’è forse un’ironìa da parte di Paolo. Io penso che lui voglia attribuirci tutta la responsabilità della custodia e della pienezza del dono che abbiamo ricevuto da principio. Il dono è “perfetto”, ed è proprio quello che ci spinge a fare questa gran corsa fino alla fine. Tutto quindi si gioca nella volontà di conquistare quello che ci ha conquistati. Ovviamente ci possono essere dei dubbi, come dice il ver.15, ma intanto è importante che, “dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo”. Godo della vostra compagnia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ieri mi ha rallegrato la bella interpretazione di don Giovanni: non che tutto debba essere disprezzato e sottovalutato a confronto di Cristo, ma ‘senza questa esigente e assoluta priorità della relazione con Gesù, tutto va perduto, tutto è “spazzatura”‘. Una valutazione del tutto positiva, che arricchisce la nostra esistenza , anche piccola e ordinaria. – Quanto al testo di oggi, abbiamo quello straordinario versetto che è tutto un programma: “dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta…”(vv.13-14). Invece di ripiegarci sul nostro passato, sugli errori fatti o anche sulla prassi di vita spirituale che avevamo imparato e seguìto, “protendiamoci” verso ciò che ci sta davanti oggi e corriamo spediti verso la mèta. “Insieme procediamo” felici della reciproca compagnia, come dice Giovanni.
Ho trovato molto bello il desiderio di Paolo di conquistare la mèta,in Cristo Gesù. Parte consapevole di essere per primo già stato conquistato lui, da Gesù. Sembra una conquista reciproca, un inseguimento vicendevole. Mi ha ricordato un pò il Cantico.
Mi è molto piaciuto anche al v.15, il passaggio al ‘tutti noi’. La corsa solitaria diventa un movimento collettivo che culmina alla fine con le parole ‘insieme procediamo’. Mi è sembrata un’immagine molto bella della Chiesa..una comunità in corsa, sulla strada, non arrivata alla mèta, conquistata dall’amore di Dio.
A mio parere un”ecclesiologia’ molto appassionante e vera.