19 Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie. 20 Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda: 21 tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. 22 Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre. 23 Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione. 24 Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona.
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Il desiderio di Paolo di avere notizie sulla comunità di Filippi porta a pensare che la notizia evangelica non sia solo quella che ci viene comunicata direttamente dalle Scritture, ma anche quella che custodisce e riferisce l’opera che la Parola evangelica compie in coloro che la ricevono. Certamente si coglie bene quale rilievo le persone assumano proprio a motivo del dono del Vangelo! Possiamo vedere quale importanza abbia per l’Apostolo la persona di Timoteo: nessuno come lui è in comunione piena con Paolo; e quindi nessuno più di lui può prendere sinceramente a cuore tutta la vicenda della comunità di Filippi. Il Vangelo dunque, e l’opera evangelica, creano legami di comunione straordinari. Il ver.21 mi suggerisce il pensiero che in questi casi la persona di Gesù attragga a sè ogni pensiero e ogni preoccupazione delle persone: è dunque in Gesù che si realizzano i legami più profondi.
Il ver.22 porta la “buona notizia” della prova data da Timoteo, quando, insieme a Paolo, ha servito il Vangelo presso i Filippesi, come un figlio serve suo padre. Dunque la potente bellezza del Vangelo trascina le persone fuori dall’ambito angusto dei “propri interessi”(ver.21) e crea tra loro nuovi e profondi vincoli d’amore e di “condivisione dei sentimenti”(ver.20). Il più bel regalo che Paolo possa fare ai cristiani di Filippi sarà dunque quello di mandare loro Timoteo: così al ver.23. E infine, la fondata speranza di poter lui stesso, Paolo, recarsi da loro di persona. Mi sembra dunque affascinante e ricco di prospettive meravigliose quello che l’evento evangelico può portare alla nostra vita. Non c’è niente di più bello che volersi bene nel Signore. E niente di più forte e fecondo. Di questo, voi che leggete questi pensierini, siete esperti. E grati al Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti”(v.20). Segnalano le note che è usato qui un aggettivo raro, che ricorre solo in questo passo nel Nuovo Testamento: isopsychon. Vuol dire “di animo uguale”. Paolo considera Timoteo una persona di animo uguale al suo, che condivide quindi idee, progetti, sentimenti… Poche righe prima, al v.5, si esortavano i credenti ad avere le stesse disposizioni d’animo, gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.. Si potrebbe concludere che, come Paolo e Timoteo, così noi e il Signore? Un po’ “di animo uguale”, condividendo con lui quello che possiamo…