20 Allora tutta la comunità degli Israeliti si ritirò dalla presenza di Mosè. 21 Poi quanti erano di cuore generoso ed erano mossi dal loro spirito, vennero a portare l’offerta per il Signore, per la costruzione della tenda del convegno, per tutti i suoi oggetti di culto e per le vesti sacre. 22 Vennero uomini e donne, quanti erano di cuore generoso, e portarono fermagli, pendenti, anelli, collane, ogni sorta di gioielli d’oro: quanti volevano presentare un’offerta di oro al Signore la portarono. 23 Quanti si trovavano in possesso di tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso, di pelo di capra, di pelli di montone tinte di rosso e di pelli di tasso ne portarono. 24 Quanti potevano offrire un’offerta in argento o rame ne offrirono per il Signore. Così anche quanti si trovavano in possesso di legno di acacia per qualche opera della costruzione, ne portarono.
25 Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso. 26 Tutte le donne che erano di cuore generoso, secondo la loro abilità, filarono il pelo di capra. 27 I capi portarono le pietre di ònice e le pietre preziose da incastonare nell’efod e nel pettorale, 28 balsami e olio per l’illuminazione, per l’olio dell’unzione e per l’incenso aromatico. 29 Così tutti, uomini e donne, che erano di cuore generoso a portare qualche cosa per la costruzione che il Signore per mezzo di Mosè aveva comandato di fare, la portarono: gli Israeliti portarono la loro offerta volontaria al Signore.

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Se si ritorna a Esodo 25,1-7 quando veniva espressa questa richiesta di portare offerte, si resta impressionati e commossi dall’ampiezza dell’adesione dei Figli d’Israele, dalla sovrabbondanza della loro offerta. C’è un verbo ripetuto con ritmo incalzante nelle Parole che oggi il Signore ci regala, il verbo portare. E questo verbo reca in sè una forte propensione ad esprimere l’offerta: quello che si porta, è offerto! Tutti questi elementi portati per la costruzione della Tenda sono delle “offerte a Dio”, nel loro significato più profondo.
La versione greca si arricchisce di una precisazione ulteriore. Al ver.21 dice che quelli che portavano la loro offerta erano “quelli il cui cuore li portava”!. Cioè la loro offerta esprimeva l’offerta di se stessi che in quell’offerta era contenuta ed espressa. Il loro cuore “li” portava, “li” offriva, e per questo essi offrivano le loro offerte. Tale era il “segreto” di tutte queste offerte!
Se ne conclude dunque di una straordinaria liturgia della carità. Osservando nuovamente il testo lo si può ripercorrere come la descrizione di una grande liturgia, a partire dal ver.20 dove si dice che, ascoltato Mosè, la comunità “si ritirò dalla presenza di Mosè”. Poi inizia la grande processione offertoriale. Mi sembra straordinario quindi l’intreccio che il nostro testo sembra voler proporre: la liturgia come espressione della carità di ciascuno e di tutti; la carità come grande liturgia.
E’ interessante anche il concorso tra l’offerta di oggetti o materiali, e la prestazione di opere, come il “filare” dei vers.25-26. E forse a questo punto possiamo farci una domanda “disincantata”, capace di farci fare un passo ancora più profondo. La domanda può essere così formulata:”E tutto questo portare e fare…a che scopo?” Per fare questa tenda da trasporto nel deserto? E oggi noi che cosa possiamo trarre da tutto questo? E la risposta viene da quello che tentavamo di esprimere più sopra. Ognuno, portando qualcosa come liberamente gli suggeriscono il cuore e la mente, porta se stesso. Cioè, celebra il suo amore, lo esprime. Di quella Tenda oggi nulla rimane, ma certamente rimane la memoria e la fecondità fino a noi della carità di quei padri!
Quello che rimane è l’Amore. Tutto quello che facciamo, ogni gesto, ogni fatica, ogni offerta di qualcosa, e di noi stessi, sia nella vita quotidiana, sia nella celebrazione liturgica, sia insieme, sia nel segreto del cuore…che cos’è tutto questo? E’ l’Amore! Che cosa Dio infine ci insegna, ci regala, ci chiede…? L’Amore! Che cosa vuol dire una vita di fede? Che cosa Dio vuole promuovere in ciascuno e in tutti? Sempre l’Amore! Quello che, quando tutto finirà, non finirà! Ora, qualcuno avrà cose straordinarie da offrire, qualcuno solo piccole briciole. Qualcuno offrirà nella luce piena del dono di Dio ricevuto e accolto. Qualcuno compirà l’offerta con animo più lontano, meno consapevole, più fragile…Ma ciò che conta è che si possa e si debba riconoscere questa grande unica strada dell’offerta. L’importante è che noi Figli di Israele e Fratelli di Gesù e Figli di Dio testimoniamo e annunciamo a tutti il fascino divino di questo viaggio. In questo orizzonte impallidisce la preoccupazione di fissare le caratteristiche necessarie di questa offerta. Ognuno di noi parte da dove parte, dal suo limite, dalla sua lontananza, dal suo dubbio….dalla sua piccola vita e con la sua piccola offerta. Ci pensa poi Dio a illuminare l’offerta che Lui stesso ci mette nelle mani e nel cuore affinchè noi possiamo portargliela, e con essa possiamo portare a Lui noi stessi e tutti i nostri. E tutti!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi finalmente si vedono i figli di Israele all’opera. Possono con libertà, fantasia e autonomia esprimere il loro affetto per il Signore, la loro fedeltà alle promesse, la speranza nella vita! Escono dalla presenza di Mosè e dalle loro case, dalle loro cose vengono a lui portando le loro offerte.
Ognuno pensa con il proprio cuore, ognuno si guarda intorno e vede quello che ha, ognuno si dà da fare per quello che sa fare e “viene” al Signore “facendo venire”, portando le proprie offerte.
Qualcuno stamattina faceva notare che il ruolo principale lo hanno le donne: infatti nel dare con generosità, nell’abbellire finemente con i materiali migliori, nel rinunciare a sè per gli altri sono imbattibili! Abbiamo tanti esempi tra noi!
Mi colpisce come venga allo stesso tempo sottolineato che si tratta di offerte volontarie, che vengono dalla generosità del cuore ed anche, ai versetti 23, 24 e 25, che chi ha, quasi ineluttabilmente, sia portato a dare. Questo mi fa pensare sia che offriamo ciò che abbiamo ricevuto (come veniva notato questa mattina a Messa) ma anche che riceviamo per offrire… Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. (Mt.5,15)
Fra le offerte mi colpisce quella del legno che viene “portato”(versetto 24). Mi ha ricordato la croce, il giogo soave di Gesù, offerta gradita al Padre per l’Edificazione del “Tempio”…
Riceviamo oggi il racconto della partecipazione di Israele all’edificazione della Dimora del convegno dopo fatti importantissimi nei quali Israele ha toccato con mano la Misericordia e l’Amore di Dio ed ha visto la Gloria dell’Altissimo attraverso la luminosità del volto di Mosè. Mi sembra che in questi stessi avvenimenti Dio abbia toccato il cuore del suo popolo tanto che oggi i monili d’oro, ieri usati per la costruzione dell’idolo, possono essere offerti con generosità… di cuore (versetti 21,22,26 e 29).