11Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. 12Infatti voi, che a motivo del tempo trascorso dovreste essere maestri, avete ancora bisogno che qualcuno v’insegni i primi elementi delle parole di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13Ora, chi si nutre ancora di latte non ha l’esperienza della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. 14Il nutrimento solido è invece per gli adulti, per quelli che, mediante l’esperienza, hanno le facoltà esercitate a distinguere il bene dal male.
1Perciò, lasciando da parte il discorso iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è completo, senza gettare di nuovo le fondamenta: la rinuncia alle opere morte e la fede in Dio, 2la dottrina dei battesimi, l’imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno. 3Questo noi lo faremo, se Dio lo permette.
1Perciò, lasciando da parte il discorso iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è completo, senza gettare di nuovo le fondamenta: la rinuncia alle opere morte e la fede in Dio, 2la dottrina dei battesimi, l’imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno. 3Questo noi lo faremo, se Dio lo permette.
L’argomento sul quale la nostra lettera ha “molte cose da dire, difficili da spiegare”(ver.11) è la “dottrina della giustizia” citata più avanti, al ver.13. Questa dottrina della giustizia è il tema centrale della Lettera e riguarda la dottrina di Gesù, che Dio ha proclamato “sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek”, come ascoltavamo ieri al ver.10. E bisogna ammettere e riconoscere che su questo sacerdozio del Cristo anche noi, ai nostri tempi, siamo “lenti a capire”(ver.11). Pur avendo ricevuto il “nutrimento solido” dell’annuncio di Gesù, ancora non siamo veramente capaci di “distinguere il bene dal male”(ver.14).
Però l’autore della Lettera intende lasciare da parte “il discorso iniziale su Cristo”, per passare “a ciò che è completo”. Così il ver.6,1. Si danno quindi per date le fondamenta, e non si vuole tornare alla “rinuncia alle opere morte…” e agli altri aspetti dottrinali ricordati al ver.6,2. Tale è la sua intenzione: “Questo noi faremo, se Dio lo permette”(ver.3).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Credo che questa parola Gesù ce la dirà sempre fino alla fine; questo essere “bambini” bisognosi di latte invece che di cibo solido ci accompagnerà fino all’ultimo giorno della nostra vita. Solo Lui porterà a compimento e pienezza la sua opera in noi
Le parole odierne si attagliano benissimo a noi che siamo piuttosto “lenti a capire” e che “a motivo del tempo trascorso” dovremmo essere maestri e invece abbiamo bisogno che qualcuno ci insegni “i primi elementi delle parole di Dio”. Penso in particolare al nostro procedere con dubbi, incertezze, apatia…, mentre non ci decidiamo a “buttarci” nella bella notizia del Vangelo e nella gioia della vita nuova in Cristo. Fortunatamente l’autore della lettera è paziente e ricomincia daccapo, come fa con noi tante volte don Giovanni… Tra le fondamenta che elenca, c’è “la rinuncia alle opere morte” (quelle che non si accordano con la vera vita e con il servizio del Dio vivente, TOB), “la dottrina dei battesimi” (e il plurale – ci dicono le note – potrebbe riferirsi ai vari riti battesimali o anche al battesimo di Giovanni oltre a quello cristiano), “l’imposizione delle mani” (che comunica lo Spirito ), la risurrezione dei morti e il giudizio. Vogliamo mettere a frutto questa nuova occasione per diventare più adulti nella fede.
Noi anziani oggi veniamo rimproverati dalla lettera perché siamo come bambini rispetto alla fede, e non come adulti maturi e perfetti. Cosa vuol dire essere adulti nella fede? 1. Lasciare l’antico sistema di sacrifici che si è rivelato inefficace (come verrà mostrato nei prossimi capitoli); 2. Avere la perfezione della carità: infatti in molti brani del N.T. ‘perfezione’ è legata a ‘carità’: Siate perfetti come il Padre vostro celeste”; ” Amate i vostri nemici”; “alla fine tutto sarà perfetto, come la carità”; 3. Dato che nei giorni scorsi abbiamo ascoltato che il Padre ha reso perfetto il Figli suo Gesù attraverso la sofferenza, “essere perfetti” nella nostra vita cristiana significa non rifiutare di seguire il Cristo nostro maestro sapendo che la sua via passa per i patimenti e le tribolazioni.
Per potere essere cristiani adulti non dobbiamo smettere di ascoltare la Parola (v.11 “..pigri ad ascoltare…”). E sperare che Dio ci conceda di camminare saldi nella sua via (v.3 “Questo intendiamo fare, se Dio lo permette”).
v. 13 “latte e cibo solido”: molti pensano che se hanno ricevuto istruzione cristiana, p.es. nel catechismo in preparazione ai sacramenti, sanno a sufficienza su Gesù e la vita cristiana. Invece dobbiamo considerare bene il punto in cui siamo nella nostra vita spirituale: siamo bimbi o adulti? Siamo come quelli che pensano di essere già arrivati, o di quelli che pensano che il viaggio è lungo? Dobbiamo penetrare nella nostra vita e in quella di Gesù, con fede; continuare a fargli domande, scrutando e cercando e meditando la parola di Dio e il mistero di Gesù.