19Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, 20via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, 22accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
24Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. 25Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
24Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. 25Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
Ho trovato le Parole di questo testo particolarmente difficili o perlomeno delicate per quello che riguarda la traduzione in lingua italiana, ma non mi sembra di dovermi troppo soffermare su questo. La “piena libertà” del ver.19, per esempio, viene resa dalla versione latina con il termine ”fiducia”: questo serve a sottolineare che la possibilità di entrare nel santuario è non solo un dato reale, ma anche la nostra piena convinzione: sappiamo bene che l’ingresso nel santuario, cioè l’accesso alla piena comunione con Dio, ci è veramente donato! E ce l’ha donato Gesù. Tale fiducia ce l’ha donata Lui come “via nuova e vivente attraverso il velo, cioè la sua carne”: la sua Pasqua è per tutti la via e l’accesso alla comunione con Dio. In Gesù e con Gesù siamo in piena comunione con il Padre. Egli è veramente il nostro “sacerdote grande”, il nostro potente mediatore, nella casa di Dio (ver.21).
Questo accesso pieno al Signore è affermato e compiuto dal battesimo, che qui viene mirabilmente descritto come il dono della purificazione del cuore e del corpo lavato con acqua pura, cioè santificata da Gesù stesso e dalla sua immersione totale nella nostra umana povertà. Così ascoltiamo dal ver.22. Dobbiamo quindi custodire con tutte le nostre forze la speranza che Egli ci ha donata, e quello che Egli ci ha promesso.
Tutto questo implica una grande attenzione tra noi, reciproca e impegnata, per sostenerci nell’impegno della carità e delle opere buone. Aiutiamoci anche nella fedele assiduità al nostro incontro di fede e di preghiera.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi soffermo su tre punti:
1. “Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario…, via nuova e vivente…”: come Gesù è entrato “nei cieli” e “nel santuario” oltre il velo, così anche noi vi abbiamo accesso; vuol dire che abbiamo parte, con Lui, alla condizione divina e possiamo percorrere questa via nuova e “vivente”, cioè fonte di vita per chi la percorre.
2. Gesù è “sacerdote grande”: come osserva una nota, non equivale a “sommo sacerdote”, ma designa un sacerdote grande, l’eccellente, l’unico in realtà che abbiamo nella casa di Dio.
3. Che dobbiamo fare? Viene suggerito un atteggiamento che potremmo dire moderno: prestare attenzione alle persone; poi: essere di sostegno reciproco e partecipare alla vita della comunità (in effetti, tanti – me compreso – sono trattenuti da vari fattori e cause dal partecipare appieno a questa feconda vita comune).