Cose di questo mondo – Resto del Carlino 22 aprile 2007

Cara Annamaria, dolce sorella, amica mia, stato bello oggi essere con te, con il tuo sposo, e la grande schiera dei tuoi fratelli e delle tue sorelle. E celebrare la Messa. E amministrarti lUnzione che assimila la tua croce alla Croce del Risorto. Abbiamo guardato insieme verso questa domenica, e insieme abbiamo chiesto al Signore di potere essere su quella barca, e anche noi riconoscerti, e anche noi potere rivestire la nostra fragile nudit dellabito battesimale di Pietro il pescatore. Mi piace ora trasmettere i nostri pensieri a qualche amico, magari anche lui come noi debole nella fede e bisognoso come noi di un giorno nuovo.
E’ ormai finita la lunga notte di una storia misteriosamente segnata da una segreta e profonda percezione di solitudine, e da un’angosciante sterilit. Una storia che deve confessare di non aver trovato ci che veramente la pu nutrire. Un triste “no” davanti alla sua stessa sopravvivenza. La sapienza che scaturisce dalla rivelazione ebraico cristiana celebra in ogni modo la realt di un nuovo giorno , di un tempo nuovo dove vale la pena di “gettare la rete” ancora una volta, senza lasciarsi scoraggiare da quella che sembra essere una povert insuperabile e una condizione di definitivo stallo. Due atteggiamenti sono da considerare particolarmente preziosi: quello di riconoscere e comunicare la svolta positiva della vicenda umana (“E’ il Signore!”), e di ritornare e di ritrovare una sapienza della comunione capace di proteggere la nudit di una solitudine che segna l’esistenza di ogni individuo, ma anche di ogni comunit, o cultura, o popolo… Lo slancio vitale si raccoglie ora in direzione di una riva di ritrovata pace nella comunione d’amore.In questa terra nuova si celebra finalmente una mensa comune tutta gratuita e nello stesso tempo arricchita da quello che ogni persona al mondo, e ogni comunit, possono portare. E’ la scoperta che la povert dell’antica solitudine vinta e superata da un nuovo “convenire” e da una sovrabbondanza simile a quella che consente a cinque pani benedetti e spezzati nella fraternit di nutrire una moltitudine di uomini, donne e bambini. Qual’ la segreta energia e l’inarrestabile potenza che promuove e fa crescere questa situazione nuova? Un nuovo, grande, volere bene, un amore che porta sino all’offerta della vita. All’antica competizione della violenza si oppone e si afferma la nuova emulazione d’amore (“..mi ami tu pi di costoro?..”). Alla vecchia gloria mondana che si manifesta e si afferma nella vittoria sulll’altro e sulla potenza di dare la morte, ora si oppne e si afferma la gloria nuova del fecondo dono di s. d.Giovanni