1 E mi mostrò poi un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. 2 In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che dà frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
3 E non vi sarà più maledizione.
Nella città vi sarà il trono di Dio e dell’Agnello:
i suoi servi lo adoreranno;
4 vedranno il suo volto
e porteranno il suo nome sulla fronte.
5 Non vi sarà più notte,
e non avranno più bisogno
di luce di lampada né di luce di sole,
perché il Signore Dio li illuminerà.
E regneranno nei secoli dei secoli.
Apocalisse 22,1-5

Oggi la parola del Signore ci porta, all’interno della città, come in un giardino. Ed è forte l’evocazione del giardino delle origini e del dramma del peccato. Ma tutto è dominato dall’evento della salvezza eterna e universale: la presenza del trono di Dio e dell’Agnello, ai vers.2 e 3. Dio e l’umanità si sono riconciliati in Gesù, il Figlio di Dio, l’Agnello immolato. Gesù come l’Anti-Adamo. La divinizzazione dell’uomo non come “conquista”, che era l’ingannevole suggerimento del Serpente Antico di Genesi 3, ma come dono di Dio attraverso il sacrificio d’amore del Figlio, l’Agnello immolato. Siamo ora nel giardino della fine dei tempi, dove si celebra l’adozione figliale dell’umanità da parte di Dio.
I vers.1-2 ci donano per questo due preziose immagini che sono evocazione della Croce e della gloria pasquale del nostro Signore Gesù. Il fiume d’acqua viva che scaturisce dal trono di Dio e dell’Agnello evoca l’immagine meravigliosa di Ezechiele 47 che vi suggerisco di riascoltare. E quindi è riferimento al Corpo del Crocifisso, che in Giovanni 19,34 viene trafitto da un soldato, e dalla ferita escono sangue e acqua, simboli del Sacrificio e del dono dello Spirito, per la salvezza dell’umanità. E ricompare l’albero della vita! Perché non lo toccasse e se ne cibasse, Adamo era stato scacciato dal giardino di Dio. Ora, il nuovo Adamo, Gesù, è il frutto prezioso sull’albero della vita che è la sua croce, perché l’uomo se ne possa nutrire in tutte le stagioni. E le sue foglie “servono a guarire le nazioni”: tutta l’umanità trarrà beneficio da quell’albero della vita!
In quel giardino noi viviamo ora, immagine e profezia del Paradiso. La nostra vita è dedicata all’adorazione di Dio e dell’Agnello (ver.3). Nel volto di Gesù noi vediamo il volto di Dio, e portiamo l’impronta del dono battesimale che ci ha fatti, in Gesù il Figlio di Dio, figli di Dio!(ver.4). La nostra vita è riempita dalla luce di Gesù e della sua Pasqua. Anche nella prova più dolorosa e oscura siamo illuminati dal suo Vangelo: “il Signore Dio li illuminerà” (ver.5). Siamo chiamati a vivere fin d’ora la vita eterna, che è la vita stessa di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.