5 Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
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Il Signore sembra voler incalzare presso i suoi, e appena consegnata loro la preghiera al Padre, ne vuole subito affermare la potenza presso il Padre stesso. Questa “potenza” buona, e da Dio, sarà il tema di tutto il capitolo, fino alla polemica contro farisei e scribi che riducono la fede a vanità mondana. La parabola che oggi celebriamo è ricordata dal solo Luca. Ora ascoltiamo da Gesù che ci svela il segreto di questa potenza nuova che ci è stata data. La parabola ci parla della potenza…dell’amicizia! Sempre mi affascina questa descrizione deliziosa di una vita ormai collocata nell’orizzonte dell’amicizia, la vita di ciascuno di noi come posta tra…un amico e un amico! Dunque, un’immagine molto positiva. E, insieme, povera, come vedremo, ma di una povertà graziosa.
Il protagonista sembra essere ogni qualsiasi discepolo del Signore, identificato da quel “uno di voi”. Ciò fa sì che diventi chiaro subito che non si parla di cose che “possono capitare”, ma del volto più comune dell’esistenza. Tale esistenza “povera” è descritta con molta semplicità e decisione:”..non ho nulla da mettergli davanti”(ver.6). Ma, pur essendo povera di mezzi, questa vita nuova è ricca di amici, amici talmente fraterni da non esitare a far visita in ore del tutto inopportune:”…a mezzanotte,….la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi..”. Sembra che la parabola voglia mettere Dio stesso davanti alle meravigliose…e scomode conseguenze di quello che Lui stesso ha fatto per noi.
L’immagine un po’ caricaturale che la parabola fa di Dio, rappresentato da quel papà a letto con i suoi bambini, accentua lo scopo dell’immagine che è quello di affermare appunto la potenza della preghiera. La versione italiana usa un termine ingentilito al ver.8, quando parla di “insistenza” da parte di chi chiede i pani; in realtà si tratta di impudenza, di sfrontatezza! Una preghiera dunque audace fino alla sfrontatezza. E questo è possibile proprio per quella categoria dell’amicizia che avvolge tutto il nostro brano. Quello che ascolteremo, se Dio vorrà, in seguito, ci permette fin da oggi di pensare ad un’implicita contentezza di questo padre disturbato nel mezzo della notte, un padre che vede come i suoi amici-figli si vogliano bene, e come non esitino a coinvolgerlo in un amore per il quale loro non avrebbero i mezzi e la possibilità. Gli sono evidentemente cari i bambini che sono già a letto con Lui, ma gli sono cari anche quelli che ancora nella notte faticosa della storia celebrano lo splendore di una nuova potenza d’amore, capace di spezzare tutte le tenebre e di annullare, appunto per la forza della preghiera, tutte le distanze.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Spero che la Parola di questi giorni possa aiutarmi perchè da diversi anni ho dei grossi problemi rispetto la “preghiera”.
Forse quando ho pregato non sono stata abbastanza insistente, o umile, o fiduciosa?
Insieme a tutti quelli che leggono la Lectio Quotidiana chedo anch’io al Signore che mi insegni a pregare.