1 Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria. 2 Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d`oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3 Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: “Tu siediti qui comodamente”, e al povero dite: “Tu mettiti in piedi lì”, oppure: “Siediti qui ai piedi del mio sgabello”, 4 non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi? 5 Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? 6 Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi che vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali? 7 Non sono essi che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? 8 Certo, se adempite il più importante dei comandamenti secondo la Scrittura: amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene;
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Il termine che al ver.1 è reso in italiano con “favoritismi personali” potrebbe indurre a pensare che il criterio di Dio sia omologabile al motto giuridico “la legge è uguale per tutti”. Ma non è così! Il termine greco invita a considerare il rischio di farsi sedurre dagli aspetti mondani della ricchezza e del potere, e quindi di lasciarsi travolgere dalle regole mondane del favore dato al ricco. Però, la prassi evangelica non è quella di un piatto egualitarismo. Al contrario, come si vede bene nel nostro testo, è il povero che deve essere trattato con riguardo speciale, perchè, dice il ver.5, “Dio ha scelto i poveri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del regno”. Quindi , in certo senso, bisogna dire che anche Dio fa preferenze di persone, ma lo fa appunto in direzione opposta alle scelte del mondo. E’ quello che abbiamo già ascoltato ai vers.9-10 del cap.1.
Disprezzare il povero (ver.6) è dunque porsi in opposizione radicale rispetto all’elezione divina, ed essere “giudici di giudizi perversi”(ver.4).
Tanto più che sono proprio i ricchi ad avversare nel modo più profondo – a meno che, come diceva Giacomo 1,10, il ricco non “si rallegri della sua umiliazione” – il mistero cristiano dell’elezione del povero. Notiamo quindi che l’amore per i poveri non è semplicemente un atteggiamento di filantropia, ma è la fedeltà alla scelta divina che ha eletto ciò che è piccolo e povero. Per questo i ricchi sono più facilmente quelli che “vi tiranneggiano e vi trascinano davanti ai tribunali”(ver.6), e che “bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi”(ver.7). Qual’è il “bel nome che è stato invocato sopra di voi”? E’ il nome di Gesù, e quindi, forse, il bel nome è l’appellativo “cristiano”?
Il ver.8 è più intimamente legato al testo che segue. Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La scelta del povero piuttosto che del vincente mondano mi sembra molto reale e decisa nei versetti di Giacomo.
Personalmente li ho messi un pò insieme a un vicenda..Oggi è morta la mamma di un ragazzo del Camerun che abita con fatica qua a Bologna.
Questo ragazzone con gli occhi lucidi a migliaia di chilometri da casa, senza la possibilità di andarci a breve, mi ha colpito. E mi colpisce l’attenzione che il Signore gli riserva oggi.
E mi pare di capire dai versetti di oggi che i ‘poveri’ non sono solo i favoriti del Vangelo ma con la loro ricchezza educano,insegnano..non come i potenti..Una sorta di ‘pedagogia’ autentica alla vita, alle ferite della storia, dell’uomo. Ben più in profondità dei mantelli, degli anelli d’oro, delle convenzioni sociali.
Il ragazzone ha poi ricevuto una visita..un suo compaesano che voleva stargli vicino, con garbo,delicatezza, parlando in francese..