10 Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11 Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12 Perché l’adempimento di questo servizio sacro non provvede solo alle necessità dei santi, ma deve anche suscitare molti ringraziamenti a Dio. 13 A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti. 14 Pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15 Grazie a Dio per questo suo dono ineffabile!
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Questa straordinaria conclusione del cap.9 vuole portarci ad una lode di Dio senza limiti! Tutto è dono suo! E questo a partire dall’immagine “agricola” del ver.10, dove si dice che Dio non solo dà al seminatore il seme da gettare, ma anche “il pane per il nutrimento”. Dunque è dono del Signore non solo il “prodotto” della sua creazione, ma anche quello che l’uomo ne trae con il suo lavoro!
Questa immagine inaugura quindi l’insegnamento di Paolo che vuole mostrare ai Corinti tutto il bene che anche in questa occasione ricevono in dono.
Essi infatti saranno ricchi del dono stesso che fanno ai cristiani di Gerusalemme, che, secondo il ver.10 possiamo chiamare “i frutti della vostra giustizia”.
E quindi saranno ricchi della loro generosità (ver.11), che “farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo vostro”: il bene fatto a chi è nel bisogno è in realtà bene ricevuto da coloro che lo compiono!
Infatti, dice il ver.12, il loro servizio, alla lettera “la loro diaconìa”,, anzi, ancora, alla lettera, “la diaconìa di questa liturgia” (!!) porterà i beneficati da loro a ringraziare il Signore, dice Paolo, “per la vostra obbedienza e accettazione del Vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti” (ver.13).
E’ stupendo che anche una semplice raccolta di risorse per chi è nel bisogno abbia il rango e lo spessore di una “liturgia”!!
I cristiani da loro beneficati, dunque, “manifesteranno il loro affetto”, ma lo manifesteranno non solo per quello che avranno ricevuto, ma “a causa della straordinaria grazia di Dio effusa” sopra i Corinti che hanno mandato a loro quell’offerta!
E’ dono di Dio non solo ricevere l’offerta, ma anche, e forse soprattutto, prepararla e porgerla! Appunto, tutto è dono di Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Si può dire che ogni giorno Paolo ci sorprenda con la sua teologia ma anche con la sua fantasia e col suo calore: “Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia”. Mi sembra di vedere in questi primi versetti una specie di “circolarità del dono”: da Dio viene ogni dono, e ogni cosa è dono; noi ne siamo arricchiti… e con tale ricchezza riversiamo sugli altri ciò che abbiamo ricevuto. Il sentimento di gratitudine, di ringraziamento ci riporta a Lui, fonte di ogni bene e autore di ogni dono perfetto, come dice la Scrittura. – A proposito di ringraziamento, mi è piaciuto che in certe eucarestie, nella Preghiera dei fedeli, la formula “Ascoltaci, Signore”, sia sostituita da “Noi ti ringraziamo, Signore!”, Grazie, Signore.