1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3 No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8 Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9 Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Vengono citati due episodi di morte violenta: uno per il governo sanguinario di Pilato, e l’altro, riferito da Gesù stesso, un drammatico incidente. Episodi che tematizzano la morte e le domande angosciate che per essa salgono nel pensiero e nel cuore dell’uomo, e tra queste, istintivamente, l’ipotesi del legame tra questi eventi e le colpe di chi ne è travolto. Gesù nega questo legame e quindi questa ingenua e banale interpretazione, ma ne fa occasione per annunciare l’evento e il dono che Egli è venuto a portare: l’offerta di un cambiamento radicale della vita e quindi la prospettiva di allontanare l’inevitabile drammaticità dell’esistenza prigioniera del mistero del male e della morte. Ho provato a guardare in avanti nella narrazione evangelica di Luca, e mi sembra di poterla cogliere come l’annuncio di tale vita nuova. Ma lo vedremo in seguito, se Dio vorrà.
E’ del solo Luca la memoria della piccola parabola dei vers.6-9 che vuole chiaramente mostrare il significato delle Parole dette prima da Gesù a proposito della conversione. La sorte dell’albero infruttuoso sembra voler ricordare e affermare il volto della giustizia divina. Una giustizia severa che cerca ed esige i frutti della sua opera e attua una giustizia che premia o punisce secondo il frutto o la sterilità della vita di ciascuno. Ed è a questo punto che, come all’improvviso, si pone la richiesta del misterioso vignaiolo che, incaricato di eseguire la sentenza del padrone, gli chiede una dilazione di tempo, nel quale Lui stesso opererà per portare l’albero ad essere fruttuoso. Si afferma dunque un ”imprevisto”, una straordinaria novità nel mistero della giustizia divina.
Mi sembra importante che ricordiamo brevemente che questa “giustizia”, è di per sé ampiamente profetizzata nella Parola e nell’opera di Dio verso il popolo della Prima alleanza, incessantemente annunciata in tutte le Scritture che abbiamo ricevuto dall’amorevole custodia della fede ebraica.. Adesso è molto interessante questa specie di “sdoppiamento” della figura del padrone e del giudice, quindi di Dio stesso. Chi è questo vignaiolo? E’ Gesù! E’ il Verbo fatto carne che è venuto ad abitare in mezzo a noi. E’ il Figlio di Dio mandato non a condannare ma a salvare. Dunque è la pienezza della rivelazione del mistero di Dio. E’ la grande offerta di bene fatta all’umanità, chiamata a “convertirsi” dalla stirpe di Adamo alla vita nuova dei figli di Dio. Gesù è la piena rivelazione di Dio. E’ Dio con noi e per noi!
Possiamo sottolineare due elementi di grande spessore affermati ai vers.8-9. Innanzi tutto l’opera assolutamente decisiva del vignaiolo: tutto potrà cambiare solo per tale sua opera. E poi il fattore del tempo e della responsabilità del tempo della salvezza. Questo è il tempo favorevole. Questo è il tempo della salvezza.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Quando ci capita qualcosa, a causa della violenza di altri o per un evento naturale, siamo portati a pensare: Che male ho fatto per meritarmi questo! Perché Dio mi tratta così? Oggi Gesù ci dà la “buona notizia”: non è per i nostri peccati, non è una punizione divina… Tutto il capitolo 12 di Luca ci ha confermato che il Padre è attento a ciascuno di noi ed ha per noi una cura amorevole. Gesù poi ci ha detto che è venuto a portare il fuoco sulla terra: un amore appassionato che ci coinvolge tutti e ci comunica la stessacapacità di amare di Dio.