1 Cominciamo di nuovo a raccomandare noi stessi? O abbiamo forse bisogno, come alcuni, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra? 2 La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. 3 È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani.
4 Proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. 5 Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, 6 il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita.
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Accolgo questa Parola che il Signore oggi ci regala, come una “festa” per tutti noi, che ogni giorno, nel piccolo segno di questa letterina quotidiana, ci nutriamo reciprocamente della Parola di Dio, ascoltata e raccolta nel “pane quotidiano” della Lectio commentata nella nostra preghiera.
Per questo ho un debito di riconoscenza anche nei confronti di Andres, il mio fratello che anni fa – non so quanti! – mi propose questo appuntamento quotidiano. Ma adesso lasciamo questi pensierini per ascoltare la Parola di oggi!
Le sorelle e i fratelli cresciuti con Paolo sono il segno vivente della preziosità del suo ministero: “La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini” (ver.2).
Mi piace molto la singolarità dell’affermazione “lettera scritta nei nostri cuori”! Potrebbe sembrare più logico che Paolo scriva “nei vostri cuori”, ma è stupendo il coinvolgimento dell’Apostolo in questa scrittura della quale lui è partecipe privilegiato!
La Parola è scritta nel suo cuore, come nel cuore di tutti coloro che da lui la ricevono: “lettera … conosciuta e letta da tutti gli uomini”!
Infatti, non è una lettera di Paolo, ma è “una lettera di Cristo composta da noi” (ver.3). E a me piacerebbe di più rendere letteralmente con “lettera servita da noi”. Quando nella nostra piccola assemblea di ogni giorno, dopo la proclamazione del Vangelo, noi “conversiamo” sulla “lectio” del giorno, noi ci “serviamo” reciprocamente la Parola del Signore.
Tale Parola, infatti, è “scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente”. E noi ci scambiamo il dono che ciascuno ha ricevuto!
Questo “dono” è scritto “non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani”. Sui nostri cuori!
Niente di tutto questo è “proveniente da noi” (ver.5)! “Proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio” (ver.4): “la nostra capacità viene da Dio”.
Capisco che questi verbi sono un “noi al plurale” che indica Paolo, ma a me sembra giusto pensare tutto questo come dono reciproco.
Anch’io, in questo momento, davanti a questa tastiera e davanti alla mia povera persona, vivo questo momento quotidiano come dono che io per primo ricevo da tutti voi.
Siamo “ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito” (ver.6). E questo, se Dio vorrà, lo troveremo rivelato e spiegato nei versetti successivi. Per oggi, basta così!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi siamo una lettera! Riscopriamo anche con questa metafora la nostra nobiltà, la nostra grandezza: siamo una lettera di Cristo, scritta nei nostri cuori ad opera dello Spirito del Dio vivente. E siamo felici che questa lettera venga riconosciuta e letta da chi ci sta attorno (addirittura da tutti gli uomini, scrive l’Apostolo). Tutto ciò conferma che quanto c’è in noi è opera di Dio; ogni nostra capacità o idoneità viene da Lui. Ciò che viene da Dio è (solamente) vita, pace, gioia, poiché Egli è il vivente e datore di vita: “lo Spirito – conclude il v.6 – dà vita”.