12 Giunto a Tròade per annunciare il vangelo di Cristo, sebbene nel Signore mi fossero aperte le porte, 13 non ebbi pace nel mio spirito perché non vi trovai Tito, mio fratello; perciò, congedatomi da loro, partii per la Macedonia.
14 Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! 15 Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono; 16 per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita.
E chi è mai all’altezza di questi compiti? 17 Noi non siamo infatti come quei molti che fanno mercato della parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.
2Corinzi 2,12-17

Amo molto questa Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore, perchè mette in forte evidenza la tensione tra il sublime compito di annunciare e testimoniare il Vangelo del Signore, e la nostra nativa e insormontabile fragilità!
Ed è questa considerazione a dare unità al nostro brano!
Così, diventa chiara la vicenda che Paolo ricorda ai vers.12-13: le circostanze favorevoli per l’annuncio del Vangelo a Tròade (ver.12) non possono essere colte da Paolo a motivo della non presenza di Tito, suo fratello nella fede!
E’ quasi scandaloso considerare l’imbarazzo che avrà colto sia Paolo sia i fratelli di Tròade per la rinuncia dell’Apostolo e la sua partenza!
Quasi sempre mi accade di incontrare la mia fragilità, e quindi il limite del mio tentativo di annunciare il Signore, anche per motivi molto più piccoli di quello che ha costretto Paolo a questa rinuncia!
E oggi chiedo al Signore un dono di modesta umiltà che mi consenta di celebrare tutta la mia fragilità e tutto il mio bisogno di mille aiuti e sostegni! E quanto poco basti, e sia sufficiente, a mettermi in crisi!
I versetti successivi che parlano del ministero apostolico sono del tutto collegati a questo inizio del nostro brano.
Devo dire che quello che qui ascoltiamo non riguarda solo il compito dei “predicatori ufficiali”, ma accompagna il compito di ogni testimonianza del Vangelo di Gesù.
Essa viene definita come partecipazione al trionfo di Dio in Cristo!!
E viene descritta come effusione del profumo della conoscenza del mistero di Dio (ver.14)!
Con questa immagine forte e quasi imbarazzante viene definita la testimonianza del Signore: è appunto il “profumo della sua conoscenza”!
Noi siamo tale profumo! (ver.15): “il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono”. Più letteralmente, sono “quelli che diventano salvati e quelli che periscono”.
E mi sembra di dover chiarire: è perché tutti vengano salvati, perché vengano confermati gli uni, e fortemente aiutati gli altri!
La Parola del Signore vuole la salvezza di tutti, e a tutti si propone!
Ma, davanti a questo compito e a questa missione, “chi è mai all’altezza?”. Non possiamo certo pensare all’annuncio evangelico come ad una specie di “vendita degli ombrelli”! Uso questa strana espressione per ironizzare con le mie “chiacchiere”. E per questo chi mi viene a trovare vede ombrelli aperti e appesi nel mio studio.
Per questo spero nella misericordia di Dio. E nella vostra!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Paolo si inventa altre due immagini che, mentre ci fanno sorridere per la loro ingegnosità e bellezza, ci fanno anche meglio capire cosa succede intorno a noi. Intanto, Dio ci ha associati in Cristo al “trionfo” del suo regno: esso si va espandendo e va pervadendo, silenziosamente e invisibilmente, tutta “la pasta” del mondo. C’è poi un segnale speciale a rivelare questa presenza e azione di Dio: un profumo che si diffonde e che può essere quindi percepito. Questo profumo – dice Paolo – siamo noi! Non solo gli apostoli, ma tutti possiamo avere questa funzione, di diffondere il profumo di Cristo, nei limiti della nostra condizione e dei nostri compiti. E ci auguriamo di essere “per gli altri odore di vita per la vita”, come conclude l’Apostolo.