25 Gli uomini di Nicànore avanzavano al suono delle trombe e degli inni di guerra. 26 Gli uomini di Giuda invece si gettarono nella mischia contro i nemici tra invocazioni e preghiere. 27 In tal modo, combattendo con le mani, ma pregando Dio con il cuore, travolsero non meno di trentacinquemila uomini, rallegrandosi grandemente per la manifesta presenza di Dio. 28 Terminata la battaglia, mentre facevano ritorno pieni di gioia, riconobbero Nicànore caduto con tutte le sue armi. 29 Levarono alte grida dandosi all’entusiasmo, mentre benedicevano l’Onnipotente nella lingua dei padri. 30 Quindi colui che era stato sempre il primo a combattere per i suoi concittadini con anima e corpo, colui che aveva conservato l’affetto dell’età giovanile verso i suoi connazionali, comandò che tagliassero la testa di Nicànore e la sua mano con il braccio e li portassero a Gerusalemme. 31 Quando vi giunse, convocati tutti i connazionali e collocati i sacerdoti davanti all’altare, mandò a chiamare quelli della Cittadella 32 e mostrò loro la testa dello scellerato Nicànore e la mano che quel bestemmiatore aveva steso contro la sacra dimora dell’Onnipotente, pronunciando parole arroganti. 33 Tagliata poi la lingua del sacrilego Nicànore, la fece gettare a pezzi agli uccelli e ordinò di appendere davanti al tempio la ricompensa della sua follia. 34 Tutti allora, rivolti verso il cielo, benedissero il Signore glorioso dicendo: «Benedetto colui che ha conservato la sua dimora inviolata». 35 Fece poi appendere la testa di Nicànore alla Cittadella alla vista di tutti, perché fosse segno manifesto dell’aiuto di Dio. 36 Quindi deliberarono tutti insieme, con voto pubblico, di non lasciar passare inosservato quel giorno, ma di commemorarlo il tredici del dodicesimo mese – che in lingua aramaica si chiama Adar – il giorno precedente la festa di Mardocheo. 37 Così andarono le cose riguardo a Nicànore e, poiché da quel tempo la città è rimasta in mano agli Ebrei, anch’io chiudo qui la mia narrazione. 38 Se essa è riuscita ben ordinata, era quello che volevo; se invece è di poco conto e mediocre, questo solo ho potuto fare. 39 Come il bere solo vino o bere solo acqua è nocivo, mentre vino mescolato con acqua è amabile e procura un delizioso piacere, così un discorso ben elaborato delizia gli orecchi di coloro che leggono la narrazione. E qui sia la fine.
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Un’ultima riflessione, che mi viene suggerita dal versetto 27. Giuda e i suoi uomini vincono la battaglia “combattendo con le mani, ma pregando Dio con il cuore”: un gran bel suggerimento per noi, quello di svolgere i nostri impegni quotidiani con il cuore rivolto a Dio! Poi si dice che, ottenuto il successo, si rallegravano “grandemente per la manifesta presenza di Dio”. E anche a noi è dato di cogliere questa “manifesta presenza”, se ci mettiamo in sintonia con Lui, sulle corde dell’amore, del dono e del perdono. – Siamo grati – io credo – a Giuda Maccabeo e a tutta la famiglia dei Maccabei, che ci hanno accompagnato nel cammino di queste ultime settimane.