1 Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. 2 Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. 3 Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, 4 che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, 5 senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; 6 che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. 7 Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. 8 Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito.
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Del ver.1 mi sembra notevole non solo l’importanza dell’aiuto che viene dall’esempio di coloro che ci guidano, ma anche e soprattutto la dinamica di una vita spirituale e morale chiamata a crescere incessantemente. Il comandamento dell’amore e’ infatti l’orizzonte della prassi cristiana, e l’amore e’ tale proprio per il suo necessario continuo crescere. Da qui la prospettiva e l’invito a “progredire ancora di piu’”.
Nella Parola che oggi il Signore regala alla nostra preghiera e alla nostra vita e’ di grande rilievo il termine “santificazione”, presente ai vers.3.4(non nella traduzione italiana dove e’ sostituito con “santita’).7. Questa parola tende originariamente ad indicare una “separazione”, nel senso che la strada di Dio e’ diversa, separata, dal comportamento mondano. Gesu’ pero’ raccoglie tutta la Legge nell’unico comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, e in questo modo l’accento e’ posto sulla “comunione”. La santita’ e’ la pienezza della comunione con Dio e con il prossimo. E’ la pienezza dell’amore!
In questa prospettiva deve essere quindi colto e accolto l’insegnamento sulla castita’. Come comunione con il Signore e comunione con il fratello. Un comportamento del tutto diverso da quello dei “pagani che non conoscono Dio”(ver.5), un comportamento che non “offenda o inganni il proprio fratello”. Una castita’ dunque espressa e vissuta non piu’ in termini negativi di astensione, ma come pienezza della comunione d’amore.
Il ver.8 conferma come non si possa disprezzare queste cose, senza disprezzare Dio stesso che donandoci il suo Spirito ci ha donato appunto la pienezza della liberta’ e dell’amore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Per ricordare le norme di “santificazione” che ha già dato ai tessalonicesi, Paolo concentra l’attenzione sul rispetto verso se stessi (“il proprio corpo”, v.4), verso la propria moglie (così potrebbe essere tradotto il termine corpo) e verso gli altri (da non sviare od offendere…,v.6). Dunque, non è tanto questione di regole sessuali, quanto di un richiamo a quella comunione rispettosa, a quella relazione d’amore, in cui la santità consiste.