1 Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2 Quelli invece che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo, perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché quelli che ricevono i loro servizi sono credenti e amati da Dio. Questo devi insegnare e raccomandare.
3 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, 4 è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, 5 i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno.
Seleziona Pagina
Il quotidiano confronto che ormai da molto tempo abbiamo con chi è rimasto privo di lavoro per la grande crisi provocata dal sistema finanziario mi rende molto scettico di fronte alla Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio. Ma attenzione, non perché le indicazioni di Paolo mi sembrino superate dalla cosiddetta abolizione della schiavitù, ma al contrario, perchè sono sempre più convinto che oggi molti patiscano una condizione di schiavitù più equivoca e molto più grave che nel passato. Questo, al di là di ogni pericoloso nominalismo! Provo a spiegarmi. Ai tempi dello “zio Tom”, lo schiavo poteva avere almeno la speranza di scappare dal padrone e dal suo inumano e assurdo regime. Oggi, lo schiavo deve supplicare il padrone di farlo lavorare ad ogni costo, anche in condizioni del tutto inumane, per non …morire di fame! Detto questo, è giusto che il ribadire la verità delle cose non deve impedire o aggredire il rispetto per le persone! Anche le persone dei padroni. Questo è importante affinchè la fede e le sue esigenze non siano confuse con il dibattito politico e vengano esposte alla violenza della situazione: “non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina” (ver.1). Oggi vale la pena, tempo permettendo, di rileggere la piccola stupenda Lettera di Paolo a Filemone, per cogliere come persino un regime di schiavitù sia visitato e trasformato dalla fede di Gesù che ci fa tutti fratelli tra noi perché figli dell’unico Padre! “Questo – dice Paolo a Timoteo – devi insegnare e raccomandare” (ver.2).
I vers.3-4, del tutto attuali in ogni situazione e ad ogni tempo, denunciano il male e il danno di insegnamenti dati nella comunità credente e contrari alle “sane parole del Signore nostro Gesù Cristo” e alla “dottrina” che ne consegue. Sono “questioni oziose e discussioni inutili” dettate dall’orgoglio: “Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità”. Allora, il grande pericolo è che si arrivi a usare “la religione come fonte di guadagno”! A buon intenditor ….
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
P.S. Vi ricordo, per chi potesse, l’appuntamento di martedì prossimo, 5 maggio, alla Parrocchia della Dozza, alle 20,45, per l’incontro con Raniero La Valle che viene a presentare il suo ultimo libro : “Chi sono io, Francesco? Cronache di cose mai viste”, su Papa Bergoglio.
Anche se duemila anni fa non c’era l’idea del diritto alla libertà di tutti gli uomini, l’autore parla comunque del “giogo della schiavitù”: “quanti sono sotto il giogo come schiavi”, dice un’altra traduzione. Per costoro si è realizzata con il Vangelo una vera rivoluzione. I discepoli di Gesù, infatti, sono tutti uguali non perché tutti “padroni” ma perché tutti servi: tutti impegnati in un reciproco servizio, rivolto a coloro che qui vengono chiamati “fratelli amati” (secondo alcune traduzioni) o “fratelli amati da Dio” (secondo altre). Questo servizio, nella stima e nel rispetto affettuoso delle persone servite, farà sì che “non venga bestemmiato il nome di Dio”, anzi che egli venga riconosciuto e glorificato.