10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. 12 Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. 13 Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14 Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. 15 L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. 16 Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.
1Corinzi 2,10-16

Grande passo oggi il Signore ci fa compiere. Avendoci rivelato e comunicato il cuore della nostra fede e la sorgente perenne della sapienza, in questo testo conclusivo del cap.2 Paolo annuncia la realtà, la presenza e l’azione dello Spirito. Nel nostro brano si parla sia dello spirito dell’uomo (ver.11), sia dello spirito del mondo (ver.12), sia dello Spirito di Dio, quello che viene chiamato lo Spirito Santo. Ora, le “cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, e che Dio ha preparate per coloro che lo amano” – così ascoltavamo al ver.9 – quelle cose “a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (ver.10). Senza questo, non avremmo la possibilità di conoscere il dono di Dio. Dunque Dio ci ha comunicato il suo dono – la centralità del mistero della Pasqua, “la Parola della Croce”(1Co.1,18) – e ci dona il suo Spirito “per conoscere ciò che Dio ci ha donato” (ver.12). Per aiutarci a comprendere questo, Paolo parla dello “spirito dell’uomo” come quello che consente all’uomo di “conoscere i segreti dell’uomo” (ver.11); allo stesso modo “i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio”, dice sempre al ver.11. E prosegue: “Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato” (ver.12). Perdonate la forma ingarbugliata e pedante!
Solo così si possono comprendere le cose di Dio. “L’uomo lasciato alle sue forze (alla lettera, “l’uomo psichico”) non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui”, perché egli conosce con “lo spirito del mondo” (ver.12), e “non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare – cioè si possono cogliere con retto giudizio, discernimento – per mezzo dello Spirito” (ver.14). Per questo solo “l’uomo mosso dallo Spirito”(alla lettera, “lo spirituale” contrapposto all’”uomo psichico”) giudica ogni cosa – cioè ne comprende l’intima verità secondo Dio – senza poter essere giudicato da nessuno” (ver.15): il dono dello Spirito rende l’uomo spirituale “inconoscibile” dallo spirito del mondo. Il ver.16 ci regala un’ultima sintesi e una conclusione meravigliosa: a prova di tutto questo, nessuno ha mai potuto dare consigli al Signore, ma quello che Lui dice, opera e dona, lo si può solo accogliere. Ebbene, a noi è stato fatto il dono dello Spirito: per questo “ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo”! Affermazione che mi pare unica in tutta la rivelazione ebraico-cristiana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Le profondità di Dio”: gli autori greci parlavano delle profondità del Tartaro, le profondità degli abissi, ma anche le profondità del male… Il solo pensiero ci fa tremare. Che dire allora di fronte alle profondità di Dio, i suoi segreti! Eppure, grazie al dono dello “Spirito, quello da Dio”(v.12) e grazie a Gesù abbiamo potuto conoscerne e capirne qualcosa. Conosciamo “ciò che ci ha donato”, le realtà che ci sono state donate come favore, come grazia (così dice il termine che è quello dell’Annunciazione). Una conoscenza, una consapevolezza che ogni giorno dovrebbe “esaltarci”. Alla fine del brano scopriamo un’altra grande realtà: noi abbiamo il pensiero di Cristo! Quella parola greca può indicare non solo il pensiero ma anche il cuore, la volontà, i desideri, i progetti e le intenzioni, il modo di pensare e valutare… Una perfetta sintonia tra noi e il Signore Gesù.