8 Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, 9 e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. 10 Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. 11 Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. 12 I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie. 13 Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù.
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Oltre all’attenzione per le doti umane del ministro e alla bellezza della vita famigliare, cose già osservate nel testo di ieri, mi sembra che in queste parole che oggi il Signore ci regala sia forte la relazione tra esercizio del ministero e mistero della fede. Questo sembra essere il vero principio e il criterio di verità di tutto. Al ver.9 se ne parla come il tesoro di una coscienza pura. E tale fede sembra dover essere messa alla prova preliminarmente all’esercizio del ministero; così il ver.10. Peraltro il ver.13 parla dell’esercizio del ministero come un arricchimento e una conferma delle fede in Cristo Gesù.
Forse il ver.11 parla di donne investite del ministero diaconale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.