8 Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; 9 sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10 i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, 11 secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.
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Non riesco a condividere le note che ho trovato nelle nostre bibbie circa questo piccolo testo. Mi permetto di dirvi qualche pensiero emerso dalla preghiera e da un po’ di riflessione; voi però state sempre molto prudenti intorno a quello che vi scrivo!
L’affermazione che “la Legge è buona” mi sembra da collegarsi a tutto quello che Paolo dice al proposito, anche nei suoi scritti più polemici. La Legge viene da Dio, ed è quindi Santa! In questo ver.8 ci incontriamo però con la condizione fondamentale della “legittimità” del rapporto con la Legge: “…se uno ne usa legalmente”. L’espressione appare un po’ singolare ma a me sembra molto chiara. L’uso distorto, “illegale”, della Legge, è ritenere che essa sia “la salvezza”: per questo mi è stato di grande utilità proseguire l’ascolto di tutto questo primo capitolo della lettera, e quindi considerare l’esempio che Paolo fa di se stesso,e tante altre cose. Rinunciando a fermarmi su cose che si dovrebbero incontrare più avanti, vi segnalo il ver.15, dove, ricordando il cuore della missione di Gesù Cristo nel mondo, implicitamente ma chiaramente nega che la Legge abbia in sè quel potere di salvezza che è solo del Signore. Perciò la Legge è usata legalmente quando noi peccatori in essa riconosciamo per rivelazione di Dio la nostra reale condizione. La Legge esprime il mistero di Dio e quindi rivela tutto ciò che gli è contrario. Così facendo, la Legge dispone il cuore dell’uomo ad attendere e a domandare quella salvezza che solo Dio può dare nella persona e nell’opera di suo Figlio. I peccatori nominati nella lunga lista dei vers.9-10 – e tra di loro siamo anche noi! – non saranno “salvati” dalla Legge che li denuncia, ma la Legge li condurrà verso la salvezza portata da Gesù.
Possiamo chiederci chi sia questo “giusto” del ver.9, per il quale non è fatta la legge. Penso che, per grazia di Dio, siamo ancora noi! E lo siamo in quanto liberati, salvati, fatti nuovi, dal nostro Signore Gesù. Noi abbiamo esperienza del peccato ed esperienza della salvezza. E ancora mi permetto di “anticipare” su quello che troveremo: perchè Paolo ricorda la sua vicenda personale? Perchè ricorda la sua situazione di peccatore, dalla quale il Cristo lo ha strappato!
La “sana dottrina” citata alla fine del ver.10 è il volto nuovo, evangelico, dell’esistenza umana, portato dal Signore Gesù. Bellissima quindi l’espressione del ver.11,”secondo il vangelo del beato Dio che mi è stato affidato”. A Paolo è stato affidato il Vangelo del Signore, principio e fonte della salvezza. E’ l’annuncio di quell’opera di salvezza che nessun altro e nessuna realtà, neppure la Legge che pure viene da Dio, potrebbe realizzare. Prima della sua conversione Paolo era fariseo, e quindi riteneva che la salvezza fosse il perfetto adempimento di tutta la Legge. Ma questo è impossibile per chi è nella schiavitù del peccato. Possiamo allora più chiaramente capire quella preoccupazione che Paolo esprimeva al principio della sua lettera, circa l’insinuarsi nella comunità credente di persone e dottrine portatrici di discorsi devianti rispetto alla “sana dottrina” del Vangelo di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Al v.9 il testo dice letteralmente “la legge non è posta per il giusto ma per gli iniqui”. Posta, messa, deposta, appoggiata… è un verbo usato nei vangeli della Pasqua per dire che il corpo di Gesù era posto nel sepolcro, o delle bende. In effetti le persone elencate nella lettera a Timoteo sono responsabili di azioni mortali verso il prossimo. La legge quindi è posta per queste, cose che sono “opposte” (stesso verbo) contrarie alla sana dottrina.
In questo quadro di morte e di peccato insanabile c’è il vangelo (buon annuncio) della gloria del beato Dio, l’unica parola che ci può ridare la vita!