18 Questo è l’avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia 19 con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l’hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; 20 tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.
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Può suonare un po’ strano che egli chiami “battaglia” un atteggiamento interiore ed esterno così segnato dall’opera divina proprio in alternativa a quelle “opere della Legge” che non sono certamente la via della salvezza. Eppure Paolo considera ciò la vera battaglia da combattere, una battaglia suprema , e a questo proposito ci è utile dare uno sguardo al grande testo di Efesini 6,10-17, dove si precisa che tale lotta non è a misura e con avversari “di carne e di sangue”, cioè umani e quindi proporzionati alle forze umane, ma contro le potenze del male, con le quali solo le armi della fede possono vincere. Per questo oggi ci è utile riprendere l’inizio del capitolo dove venivano ampiamente descritti gli elementi fondamentali di quella fede che ha il suo frutto e il suo segno supremo nella carità. In tal modo simo avvertiti che è facile cedere e ritornare a ipotesi moralistiche e farisaiche che suppongono la possibilità che l’uomo non abbia bisogno della salvezza che viene da Dio.
Il ver.18 ricorda rapidamente che tutta la vita e il ministero di Timoteo sono promossi e accompagnati da questa buona battaglia. Il naufragio dalla fede avvenuto a due altri discepoli conferma quanto sia necessario vigilare in essa. La “consegna a Satana” mi sembra vada letta come l’esporre le persone a se stesse, affinchè possano rientrare nel cammino vero, dopo aver sperimentato l’inganno delle loro scelte. La fede esige in modo severo di essere celebrata in un orizzonte di libertà e sincerità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Siamo invitati a combattere la buon battaglia secondo le profezie fatte per noi. Cosa sono queste profezie? Forse sono le parole della Scrittura che ascoltiamo ogni giorno indirizzate a noi, che ci danno la forza, la strada, la pace, l’esortazione, la consolazione per battagliare. E sono rivolte a noi, parlano di noi, profetizzano su di noi.
“Fede e buona coscienza” sono le nostre armi. Dobbiamo custodirle gelosamente e alimentarle tutte e due, pena il naufragio.