1 Avendo Cristo sofferto nel corpo, anche voi dunque armatevi degli stessi sentimenti. Chi ha sofferto nel corpo ha rotto con il peccato, 2 per non vivere più il resto della sua vita nelle passioni umane, ma secondo la volontà di Dio.
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Mi sembra quella del ver.1 la più diretta e la più forte affermazione del legame tra la passione di Gesù – e più in generale tutto quello che Egli ha subìto in obbedienza al Padre – e i patimenti che come cristiani – ma anche in senso più generale – bisogna portare. Arriva addirittura ad affermare che tale passione è segno, o conseguenza, o “celebrazione” della radicale rottura con il peccato. Nei versetti successivi a questi il peccato viene descritto come una vita asservita ad un regime di male. Ora questa partecipazione alla passione del Signore è veramente evento e segno della vita nuova in Lui.
Forse questo legame con la Pasqua di Gesù non è conclusione facilmente percepibile. E forse per questo Pietro chiede: “armatevi degli stessi sentimenti”, dove i sentimenti sono il sentire profondo. Non è evento scontato! Di tali sentimenti bisogna “armarsi”. E tale è la strada per una reinterpretazione radicale dell’esistenza non più dominata dalle “passioni umane”(ver.2), ma pienamente guidata dalla “volontà di Dio”. Questo non porta a forme di “fatalismo” o di rinuncia, ma tutto consegna alla comunione profonda con il Signore e quindi ad un cammino sottratto a tutto ciò che non sia la semplice obbedienza al suo Vangelo. Un’obbedienza che non è solo ai precetti, ma più profondamente a quello che lo Spirito di Gesù dona e chiede per la pienezza della vita in Lui e con Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.