Caro Giovanni, ti chiamo così perchè so che lo preferivi. Forse non ti ricorderai di una ragazzina rossa di capelli, non siamo in tante proprio così rosse come me, che diversi anni fa era vicina al matrimonio e durante un pellegrinaggio a Gerusalemme ti diceva che avrebbe voluto avere tanti figli. Anche il mio moroso era molto d’accordo, lui con un lavoro redditizio e io con l’idea che si poteva vivere economicamente. Non è stato così. Di bambini ne è nato uno dopo quattro anni di matrimonio, quando ormai pensavamo a come rimediare al problema. Poi, basta. Ma a noi non basta. Prima di diventare vecchi, un altro almeno lo vorremmo. Siamo incerti sul da farsi. Siamo già idonei legalmente per adottare sia un italiano sia un bambino straniero. E abbiamo chiesto anche l’aiuto di un centro che cura la sterilità. Qui ci hanno detto, dopo molti esami, che il nostro problema non è grave. Però sappiamo che ci sono tanti bambini al mondo che aspettano un affetto famigliare. Che cosa fare? So che tu ti sei sempre interesssato di questi problemi. E penso che altri lettori della tua e nostra rubrica sarebbero contenti di avere un consiglio. Cosa pensi? Con affetto. Monica.

Una Monica rossa non la ricordo, ma è la mia testa ad essere un po’ svanita. Se credete, ne possiamo parlare, perchè la seconda ipotesi è delicata, e qualche volta è anche faticosa e genera problemi. Però anche l’ipotesi del bambino adottato non è semplice. Italiano, è raro poterlo avere. Straniero è relativamente più facile. Però…

Innanzi tutto non mi sembra giusto, se ci si mette per questa strada, essere troppo rigidi nel pretendere troppo. Mi spiego: molti, e comprensibilmente, vorrebbero un bambino nato da poco. Ma spesso quelli che patiscono di più sono proprio i bambini che, crescendo, sembrano gridare con tutta la loro vita il bisogno di avere qualcuno da chiamare mamma e papà.

E poi bisogna sapere che questo figlio non potrà essere del tutto tuo figlio. E neppure lo vorrà. Ed è difficile dire che non è giusto. Un giovane che ha avuto una famiglia meravigliosa venendo da molto lontano, oggi, maggiorenne, mi dice che desidera fare un viaggio nel suo paese d’origine, neppure lui sa bene perchè, ma sente il bisogno di collegarsi ad una fonte che, pur poco felice, è la sua.

E pensa che questo problema mi si è presentato più volte anche in Italia. Bambino italiano adottato in Italia, talvolta senza il coraggio di dirlo ai suoi buonissimi genitori adottivi, ad un certo punto vuole trovare il suo inizio. O almeno qualcosa di questo… mi è capitato anche che qualcuno ci sia riuscito. E non è stata cosa non buona, anche se i genitori adottivi hanno dovuto attraversare un sentiero faticoso.

Sono molto amico di una mia quasi coetanea che fino a pochi anni fa ha avuto quattro genitori. Due qui da noi e due nel sud: quelli naturali. E sono stati loro a chiedere agli sposi emiliani di accogliere la loro piccola che, vissuta per alcuni mesi qui, faceva fatica a vivere nella povertà estrema della sua famiglia di poveri braccianti. E tutto è stato bello. Insomma, forse è meglio che veramente faciamo quattro chiacchere. Intanto, un caro saluto e buona domenica a tutti. Giovanni.