Caro don Giovanni, lei è venuto tre anni fa a parlare nella nostra piccola parrocchia di montagna della parabola del figlio prodigo. Ci è venuto in mente quell’incontro per una situazione difficile che si è venuta creando da noi. Una ragazza del nostro gruppo ha avuto un rapporto difficile con un ragazzo che l’ha messa incinta e poi l’ha abbandonata fuggendo da lei e anche da tutti noi che l’avevamo accolto con affetto e con generosità. Noi non riusciamo a perdonarlo e a nome nostro, di tutti noi, uno di noi gli ha detto la nostra chiusura nei suoi confronti. Tanto più che questa nostra amica e sorella non ha un padre che assomigli a quello della parabola, e lei sta vivendo drammaticamente la sua vicenda.
Vi ringrazio per la vostra lunga lettera dalla quale ho estratto questo messaggio, non breve per le misure della nostra rubrica. Non voglio accrescere le vostre difficoltà con suggerimenti temerari. Certo, mi sembra che in questo momento vi dobbiate collocare con forza nella determinazione di quel Padre della parabola che vuol portarsi a casa entrambi i suoi figli, sia quello scapestrato, sia quello che ha fatto il suo dovere e ora rischia di rimanere isolato nel suo dovere adempiuto che lo fa diventare giudice non misericordioso. Mi sembra che dobbiamo domandare l’aiuto del Padre della parabola ricco di una misericordia più potente di ogni errore e di ogni giudizio. La vostra amica e sorella ha bisogno dell’amore di tutti. Forse, prima di tutto, dell’amore del ragazzo che è fuggito da lei. Poi, credo, ha grande bisogno dell’affetto del suo papà. Il vostro affetto per lei le è certamente di grande consolazione. E voi, che cosa potete fare? Certamente, cercare di pacificare sia il cuore del ragazzo, sia il cuore di quel papà dolorosamente indurito dalla vicenda di sua figlia. Tutte cose difficili! Ce n’è una, più facile, che mi sembra possiate fare più facilmente e con grande affetto e partecipazione. Ed è quella di pregare il Padre del cielo, quello rappresentato dal padre della parabola, a che visiti e illumini e addolcisca il cuore di chi corre il pericolo di abbandonare una ragazza al suo dramma. non pensiate che sia poco! In ogni modo, mi unisco alla vostra apprensione e alla vostra bontà, e pregherò con voi e per voi. Mi è dolce in questa domenica riconoscere in voi la sete dell’amore e della misericordia del Signore. Vi sono grato se potete nella vostra preghiera tenere un piccolo posto anche per me. Un caro saluto a voi e ai cari lettori della nostra rubrica.
Giovanni della Dozza.
Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 23 Luglio 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.