28 Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Luca 9,28-32

Penso importantissimo che a questo punto Luca faccia memoria di questo “miracolo” che assume nel corso della sua memoria un’importanza particolare, che, se Dio vorrà, coglieremo compiutamente nel seguito del nostro brano, ma che già oggi consideriamo notando come ai vers.28-29 si sottolinei che l’evento si compie nell’ambito e nell’orizzonte della preghiera di Gesù, e dunque nel suo rapporto privilegiato con il Padre.
Dunque, mentre Gesù prega, ecco l’evento che i testi paralleli di Matteo e Marco esplicitano come “trasfigurazione” -e tale diventa il “titolo” tradizionale dell’evento – mentre Luca sottolinea che “ il suo volto cambiò d’aspetto” appunto mentre pregava.
Anticipiamo qui un’osservazione che nel seguito del nostro brano si preciserà, e cioè che nella preghiera Egli mostra e rivela in Sé una realtà che normalmente resta invisibile.
Sarà il Padre stesso, nei versetti successivi a dare un nome e a rivelare la realtà profonda di quello che ora si manifesta sul volto di Gesù! Oltre a questo “volto” diverso di Gesù, l’evento ci mostra la presenza di “due uomini che conversavano con Lui: erano Mosè ed Elia” (ver.30).
Questa due persone si mostrano “nella gloria” (ver.31), cioè nella pienezza della loro comunione con Dio! Mi sembra si possa dire che rappresentano – rendono presente in sé stessi! – il dono essenziale e supremo della Prima Alleanza, quella fedele custodia della promessa nella divina storia dei padri ebrei con la guida di Mosè, e custodita nei secoli nella vigilanza preziosa e necessaria dei profeti qui rappresentati da Elia!
Dunque, su questo monte, mentre Gesù prega, si raccoglie nella sua persona e in queste presenze tutta la storia della salvezza che ha in Gesù il suo apice e la sua pienezza!
Questo mi sembra dia pieno significato all’espressione: “… parlavano del suo esodo che stava per compiersi a Gerusalemme”! Così il termine “esodo”, rarissimo nel Nuovo Testamento assume un doppio significato: da una parte dice che l’antico esodo dei padri, dalla schiavitù dell’Egitto alla Terra Promessa, assume in Gesù il suo significato e la sua potenza piena ed universale, e che l’Esodo di Gesù è la sua Pasqua di morte e di risurrezione!
Con l’aiuto del mio esperto fratello Francesco mi sembra di poter contestare l’accusa rivolta a Pietro, Giacomo e Giovanni, che erano sì, pieni di sonno, ma ugualmente, magari con gran fatica, “vegliavano”! Per questo, “videro la sua gloria e i due uomini che stavano con Lui” (ver.32)
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Otto giorni dopo…”: l’ottavo giorno sarà quello della risurrezione di Gesù; abbiamo allora qui, nella “trasfigurazione”, proprio un anticipo della gloria di Pasqua. – Mosè ed Elia parlano con Gesù del suo “esodo”: nell’esodo degli ebrei dall’Egitto si manifesto tutta la forza del suo amore per questa modesta tribù di oppressi. Anche nell’esodo di Gesù si manifesterà tutta la bellezza dell’amore di Dio per il Figlio e per tutti noi. – E perché i tre discepoli sono oppressi dal sonno? Sarà così anche nel Getsemani, mentre Gesù prega e soffre. Forse esprimono così la loro (e nostra) fatica davanti al compiersi inatteso, misterioso dei “misteri” di Dio.