Leggo sul quotidiano “Avvenire” che le scuole italiane saranno deserte tra non molti anni, perché non nascono che pochissimi bambini. È un problema che patisco personalmente, perché le mie tre figlie, che non sono sposate ma “accompagnate” da anni, di figli non ne hanno. Sento dire che questo è spesso dovuto a difficoltà legate al lavoro che potrebbero perdere rimanendo incinte. Per la verità, non mi sembra il nostro caso, perché tutte e tre esercitano professioni dove nessuno potrebbe licenziarle. D’altra parte io  e mia moglie non chiediamo niente, perché non vogliamo creare motivi di dissidio. Però ci dispiace. Lei don Giovanni, che cosa ne pensa?

Caro amico, mi sembra giusto e corretto il comportamento suo e della sua Signora. E capisco il vostro dispiacere. Sono anch’io, in certo modo, un “vecchio papà”, e so bene quanto sia delicato intervenire. Ho pensato di risponderle senza coinvolgere persone che potrebbero risentirsi per un giudizio negativo su di loro. Considerando il problema in senso generale io ritengo non si possa negare che, accanto a queste “ingiustizie” gravissime dei “padroni”, ci sono anche riferimenti importanti a elementi delicati e preziosi della nostra vita. Certamente, un figlio è oggettivamente un grande dono, e anche una grande responsabilità. Incontro ogni giorno padri e madri che portano gravosi pesi di fatica e di angoscia, per le difficoltà che incontrano come genitori esposti a sentirsi “sconfitti” in un compito che rischia di non essere amato per la fatica e l’umiliazione che provoca. Certo, c’è anche chi di tale fatica è felice! Nella comunità cristiana trovo sempre anche grandi vicende ed esperienze di pesante responsabilità, ma anche vicende e segni di grandi sentimenti e di grande riconoscenza! Anche un vecchio prete come me è ben consapevole che non si è mai abbastanza partecipi e solidali con chi conduce la sublime impresa dell’essere padri e madri. Tuttavia, “in coda”, le dico che una certa “chiusura” nei confronti di questo compito supremo, lo incontro: devo dire, più negli uomini che nelle donne! Il ché mi stupisce e insieme mi rallegra per questa apertura al dono di sé che trovo in molte madri! Resta che questo è tema e problema di assoluta delicatezza ed importanza per l’umanità. Grazie, dunque per il suo messaggio, insieme alla promessa di ricordarla nella mia povera preghiera! Buona Domenica a lei e ai cari lettori del Carlino.

Giovanni di Sammartini e della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 15 aprile 2018 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.