La domanda difficile che le rivolgo non mi riguarda direttamente, ma ben di più perché riguarda la mia vita che è la mia donna. Adesso lei deve morire perché il suo male non può essere tolto. Ma io chiedo a lei, don Giovanni, che mi è simpatico, e che ascolto volentieri per quella poca fede che mi è rimasta: perché bisogna morire?
Avevo pensato di non essere in grado di rispondere proprio per la mia poca fede. Provo a dirle qualcosa perché questa domenica è un po’ “speciale”. Essendo il quattordici settembre è la festa della Croce del Signore. La sua Croce non è il supplizio di una sentenza, né la gravità di una malattia. E’ piuttosto un atto di obbedienza profonda al Padre che lo ha mandato in mezzo a noi. Il Cardinale Carlo Maria Martini raccontava di aver chiesto più volte al Signore: “Se sei già morto Tu per noi, perché dobbiamo morire anche noi? Perché devo morire?” Prosegue poi dicendo di aver cambiato pensiero, ed essergli entrata nella mente e nel cuore una affermazione diversa: “Siccome sei morto Tu, voglio morire anch’io”. Perché in Gesù morire è stata una cosa diversa: morire, per Lui è stato donare la vita per la salvezza di tutto il mondo, di tutta la creazione e quindi di tutta l’umanità. Qualche volta si dice: “Ti voglio un bene da morire”. E tutti abbiamo avuto la fortuna di conoscere persone che questa frase l’hanno detta a noi e per noi. Mi commuove la parola con la quale lei dice dell’amore che unisce lei e la sua donna. La donna che l’ama è per lei, come mi scrive, la sua stessa vita! Oso dire che penso che la sua donna le stia regalando la vita, come ha fatto sempre e come ora porta a pienezza. Un amore che la morte non potrà spezzare e interrompere, perché è dono della vita. Le chiedo di perdonarmi se le mie parole le danno angoscia e non consolazione. Sono sicuro che il Signore la consolerà. Buona Domenica a lei e a tutti.
Don Giovanni.
Domenica 14 Settembre 2014.