1 Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; 2 di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
3 Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, corrotti, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda.
4 Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
5 egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
6 che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
7 affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
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v. 1 “Ricorda loro …”, come ascoltavamo nel vangelo di domenica scorsa, lo Spirito Santo consolatore che il Signore Gesù manderà dal padre sarà in noi e ci soccorrerà proprio “ricordandoci” tutto ciò che Gesù ci ha detto. E oggi Paolo esorta Tito a “ricordare” ai suoi fratelli ciò che loro già sanno: quello che sono, e i loro doveri. Infatti il problema è che – pur sapendo tutto questo – ce ne dimentichiamo. Dimentichiamo anche il grande regalo che abbiamo ricevuto, la nostra salvezza. e’ detto oggi infatti che la salvezza non è per merito nostro, ma è un grande regalo che abbiamo ricevuto per la misericordia di Dio. E se dimentichiamo questo, dimentichiamo anche quello che è il nostro dovere davanti agli uomini. Questo dovere di “ricordare” è quotidiano. E ci viene sottolineato dalla memoria quotidiana della liturgia, che ci aiuta a ricordare le grandi cose operate da Dio per noi.
v. 3 “Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’ invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda.” La dimenticanza della grazia ricevuta, la salvezza per misericordia, rischia di farci tornare nella condizione precedente alla nostra rigenerazione battesimale.
Troviamo un collegamento con il vangelo della chiamata che Gesù fa di Matteo e dei peccatori, perché il Signore non è venuto a chiamare i giusti ma i peccatori, e “anche noi un tempo eravamo così”. E’ la ricerca che Dio fa dell’uomo, a cominciare proprio da Adamo, che tentava di nascondersi, pauroso, dalla presenza di Dio nel giardino. E’ la storia della salvezza, che Dio ha preparato e compiuto per amore degli uomini. Tutto infatti è possibile a Dio e alla sua misericordia e alla sua grazia. Egli può “far sorgere dei figli di Abramo da queste pietre” “mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo” per mezzo del quale rende bella e nuova la Sua sposa. E’ possibile essere fatti nuovi!
v. 2 “…di esser mansueti, mostrando ogni dolcezza verso tutti gli uomini”. Ci ricordiamo di Mosè che era il più mite di tutti. Di Davide, del quale il Signore ricorda la mansuetudine quando camminava in silenzio insultato da Simei. E di Gesù “mite e umile di cuore”. Questa mitezza davanti agli uomini è anche avere un grande rispetto per quello che la grazia può operare nel cuore di ciascuno, secondo la volontà e la libertà del Signore. Mitezza davanti agli uomini è perciò anche mitezza davanti al Suo disegno.
Questa mitezza e benevolenza è anche il dono della stessa bontà e misericordia del signore verso di noi e verso tutti gli uomini, peccatori.
Siamo invitati a ricordare la nostra condizione antica e quella attuale, e a ricordare che siamo stati generati di nuovo per mezzo del battesimo. E’ possibile tornare a vivere nella condizione antica, perché siamo uomini deboli. La salvezza è per misericordia. E questo ci fa eredi della vita eterna. Dio ci vuole fare partecipi di quello che ha preparato per noi.
Abbiamo bisogno dello Spirito santo per ricordare come eravamo, e come è grande la grazia del Battesimo che ci rinnova nella bontà e nella misericordia. Questa grazia continua a salvarci.
Come sono belli questi brani che siamo abituati a rileggere ogni tanto, perché proposti nella liturgia! Quello di ieri, “E’ apparsa la grazia di Dio…”, e quello di oggi, “Quando apparvero la bontà di Dio… e il suo amore per tutti gli uomini…”: è per tutti questo amore; ci ha salvati con un’acqua che rigenera, rinfresca, rinnova, vivifica: un’immagine di quello che lo Spirito opera in noi, anche se non ce ne accorgiamo… E siamo diventati “eredi della vita eterna”: come sarà questa eredità che ci attende? cosa faremo insieme al Padre e a tutti gli altri? Mi immagino di vagare tra le costellazioni (e, sinceramente, provo un attimo di paura…).
Mi piace quel verbo “ricorda loro” del ver.1, perchè mi sembra che immerga ogni comandamento nel grande memoriale del Signore e della sua Parola: ricordandoci di Lui, rendiamo presenti tutti i suoi insegnamenti. Qui vuole ricordare come il dono di Dio abbia profondamente modificato l’atteggiamento nostro nei confronti della società e dei suoi poteri. Ci offre la prospettiva di una grande armonia tra la custodia di giustizia e verità e il modo mite di tale custodia. E’ quello che ammiriamo nel nostro Signore quando anche nei suoi interventi più severi mostra il suo amore per tutti. Abbattuta la categoria del nemico, ogni persona ci è cara! Secondo il ver.3 la nostra vita è veramente cambiata ed è chiamata a rinnovarsi incessantemente proprio attraverso la memoria del dono del Signore, e il nostro cammino nel suo Vangelo.
Così, ai vers.4-7, Paolo ritorna a celebrare la memoria della nostra salvezza. E ritorna quel verbo “apparvero” già incontrato in Tito2,11, verbo che noi preferiamo rendere con “si manifestarono”. E si sono manifestati “la bontà di Dio e il suo amore per gli uomini”(Ver.4)! Non risparmiamoci dal ritornare incessantemente alla semplice memoria di questo: Dio è buono e ci vuole bene! E’ facile dimenticarselo e non farne il criterio di interpretazione e di azione di tutta la nostra vita!
E ancora: ricordiamo che Egli ci ha salvati! Che non è opera nostra quello che ci è accaduto! Tutto viene a noi per la misericordia di Dio! Anche quello che per caso uscisse di buono da noi, anche quello è assolutamente dono suo! Chiedo scusa per la banalità delle mie considerazioni, ma mi sembra di dovere ricordare questi semplici e assoluti fondamenti della nostra vita cristiana, così densi di infinite conseguenze! Ed è bello che il ver.5 individui l’evento della salvezza non solo e non tanto in nostre eventuali intuizioni o ispirazioni, ma nel semplice evento concreto del nostro battesimo. Ho chiesto a mia sorella di chiedere al parroco della cattedrale di Mantova il mio certificato di battesimo e me lo sono messo in quadro: è la memoria concreta del giorno della salvezza della mia vita.
Il ver.6 ricorda che tale dono è stato straboccante, sicchè, “giustificati per la sua grazia”, siamo stati posti in un cammino di speranza, nel quale siamo sempre “novizi”, perchè tutto è sempre nuovo, e noi scopriamo sempre più la nostra piccolezza. Le parole del ver.7, “speranza” ed “eredi della vita eterna”, dicono con efficacia la realtà di un dono ricevuto, ma mai posseduto, un dono che ci è stato dato, ma che noi non finiamo mai di accogliere, di ammirare e di assimilare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.