8 Questa parola è degna di fede e perciò voglio che tu insista su queste cose, perché coloro che credono a Dio si sforzino di distinguersi nel fare il bene. Queste cose sono buone e utili agli uomini. 9 Evita invece le questioni sciocche, le genealogie, le risse e le polemiche intorno alla Legge, perché sono inutili e vane. 10 Dopo un primo e un secondo ammonimento sta’ lontano da chi è fazioso, 11 ben sapendo che persone come queste sono fuorviate e continuano a peccare, condannandosi da sé. 12 Quando ti avrò mandato Àrtema o Tìchico, cerca di venire subito da me a Nicòpoli, perché là ho deciso di passare l’inverno. 13 Provvedi con cura al viaggio di Zena, il giurista, e di Apollo, perché non manchi loro nulla. 14 Imparino così anche i nostri a distinguersi nel fare il bene per le necessità urgenti, in modo da non essere gente inutile. 15 Ti salutano tutti coloro che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi!
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La conclusione di questa bella Lettera ci aiuta a ricordare come, ricevuto il dono della Parola, sia bene da parte di ciascuno di noi conservarla con amore e senza inutili distrazioni. Devo confessare che per quello che mi riguarda devo molto vigilare perchè ogni lettura o visione cinematografica mi prende molto e alla fine diventa troppo prepotente nei confronti della mia modesta custodia della Parola del Signore. Il ver.8 è un forte invito a serbare questa parola con l’impegno a “celebrarla” concretamente nella nostra vita. “Fare il bene” mi sembra voglia dire il modo più semplice e forte per onorare “questa parola degna di fede”. Ed è interessante la precisazione successiva, che sottolinea che “queste cose sono buone e utili agli uomini”: è una conferma che la Parola è rivolta alla storia, e alla vicenda di tutti gli uomini e donne del mondo. E’ una Parola “per la storia”, e non fuori dalla storia!
Per questa preziosità è bene d’altra parte evitare parole inutili: così il ver.9.Nè vale la pena perdere troppo tempo con chi scombina il valore della Parola enfatizzando qualcosa a discapito dell’insieme di essa. Il “fazioso” (alla lettera sarebbe l’eretico) è tipicamente qualcuno che isola una parola dal resto della Parola e ne fa un “pallino”, una sottolineatura eccessiva che ne distorce la portata in quanto la isola dall’insieme. Così dicono i vers.10-11.
I vers.12-15 concludono il nostro testo con l’immagine affettuosa della comunione tra coloro che di questa Parola vivono, e la comunità che tra loro la Parola genera.
Sorelle e fratelli carissimi, posdomani, festa di S.Mattia, dovremmo iniziare il grande cammino lungo il Vangelo secondo Matteo, che ci terrà per mano, ci ammonirà, ci illuminerà, ci consolerà, ci darà gioia….fino alle soglie delle feste natalizie! Se Dio vorrà, continuerò a fare il mio piccolo quotidiano commentino al dono divino della Parola. Ormai ho meno paura nel far questo, perchè mi considero come un bambino che prova a giocare con qualcosa di molto, molto più grande di lui. Anzi, come un bambino che timidamente chiede ogni giorno di poter giocare insieme ad un amico molto più grande di lui che pazientemente si fa piccolo perchè anche il suo piccolissimo amico possa gioire della sua compagnia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.